giovedì 24 novembre 2016

Capitolo 6: “Il mistero della Fortezza

Scritto da Mizue Tani, illustrazioni di Asako Takaboshi
Traduzione di Lucyl Kappa Kanwar


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Oscar era Ulisse. Il che significava che il vero Ulisse era naturalmente morto. Ulisse doveva aver preso di mira Oscar che era arrivato dall’America per visitare suo zio e per studiare e l’aveva incontrato. Poi aveva preso li averi e la vita di Oscar e si era travestito da lui ed era entrato in Inghilterra. D’altra parte questo poteva significare che colui di cui Ulisse aveva preso il nome e ne aveva usato l’alias fosse morto, ma non era inusuale per le persone morire in un viaggio in mare che durava settimane e si era certamente sentito di qualcuno che scompariva cadendo dalla nave. Facendo ciò, Ulisse era stato in grado facilmente di entrare nella casa dei signori Collins che avrebbero dovuto incontrare Oscar per la prima volta.
E
SEMBRAVA CHE UN PO’ del motivo per cui il Principe aveva preso di mira la famiglia Collins era nascosto nella cosa che il messaggero della ‘Luna Scarlatta’ aveva affidato a Raven che l’aveva riportato. Si scoprì essere una foglia di rame grande quando il palmo della mano di qualcuno. Il motivo a barca a vela e l’angelo su di esso era bellissimo e si poteva definire pittoresco, ma ciò che era importante era la figura dentro l’immagine.
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Era un’immagine di mulinelli e cerchi che si sovrapponevano, ma sembrava avesse un significato magico dietro essa.
- “Apparentemente è un incantesimo per allontanare il maligno.”-
Raven diede un’occhiata a Edgar che annuì e continuò.
- “La foglia d’ora è stata prodotta recentemente. l’anno di origine non si conosce, ma apparentemente è stata creata per ordine del Conte Cavaliere Blu.”-
Il Conte Cavaliere Blu, in altre parole, l’altro nome del Conte di Ibrazel che Edgar aveva ereditato.
Prima che Edgar ottenesse il titolo di conte, secondo la storia, l’ultimo conte che era apparso in Inghilterra era stato un uomo, trecento anni prima, che aveva un’amante che faceva la pittrice. Da quel collegamento, la ‘Luna Scarlatta’ che era un’organizzazione di artisti che producevano dipinti decorativi, aveva continuato ad investigare riguardo gli antenati della famiglia del conte su ordine di Edgar.
Edgar stava facendo fare loro delle ricerche sulla relazione tra la famiglia del Conte Cavaliere Blu che il Principe stava combattendo e la famiglia Collins.
- “C’era stata la necessità di proteggere qualcuno dalle forze del male?”-
- “Invece di un individuo, si trattava di qualcosa di più grande…. Al proprietario di ciò è stato rivelato da uno dei suoi antenati che l’oggetto originale era qualcosa come una sorta di struttura. L’antenato di questa persona era coinvolto con quella struttura e ne ha lasciato il disegno sulla foglia di rame.”-
- “Allora l’originale?”-
- “ Per favore guardate questo.”-
Raven puntò verso una parte dell’immagine. Era un cimiero disegnato sulla vela della barca che stava attraversando delle acque impetuose.
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- “due leoni…., Guglielmo il Conquistatore?”-
Guglielmo I era il re dei normanni, che entrò in quella terra sulle rive di Hastings. Vinse la battaglia e diventò il Re d’Inghilterra e l’antenato della famiglia reale che esiste fin’ora.
- “Il che significa che la struttura originale è ad Hastings?”-
- “é possibile.”-
Quindi, il bersaglio del Principe non era la famiglia Collins, ma questa terra su cui era capitato che la famiglia Collins aveva costruito la casa.



- “Però, per quale motivo il Conte Cavaliere Blu ha fatto un incantesimo per la terra dove era arrivato il Conquistatore?”-
- “La ragione del perché questa terra è importante è perché è un luogo vitale se si volesse conquistare l’Inghilterra, proprio nel modo in cui il Conquistatore è riuscito in quello che ha fatto. Ecco perché, tempo fa, la ‘Luna Scarlatta’ ipotizzava che il Conte Cavaliere Blu possedesse un incantesimo per repellere il male costruito su questa terra così da evitare l’invasione del male.”-
Era stato solo di recente che Edgar era stato in grado di scoprire che il Principe aveva annientato tutti quelli che avevano il sangue del Conte Cavaliere Blu che correva nelle loro vene. Aveva pensato che il Principe fosse spaventato che il Conte, vicino alle fate e che poteva usare la magia a suo piacimento, potesse arrivare. C’era effettivamente una connessione che aveva fatto mandare al Principe qui uno dei suoi subordinati qui.
- “Un invasione del male, eh. A cosa sta puntando?”-
Raven inclinò la testa, incapace di rispondere.
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- “Non posso rispondere a questo, ma solo che Hastings poggia sulla dritta linea che connette Londra e Parigi. Si può pensare che quell’incantesimo fosse utile come fortezza per proteggere l’Inghilterra dall’invasione oltre oceano.
- “Quindi volete dire per evitare che appaia un secondo conquistatore, hanno usato quell’incantesimo per far ritirare le truppe della Francia.?”-
Questo era difficile da credere.
Però, fin dai tempi antichi c’erano state guerre con la Francia, quindi ci potevano essere stati degli episodi in cui loro si erano affidati a incantesimi piuttosto che a un combattimento effettivo per vincere. La stregoneria era stata proibita dalla Chiesa, ma c’erano stati e signorotti che segretamente avevano salvaguardato e ricercato l’arte della stregoneria. Lui non era sicuro di quando fosse stato, ma non era completamente impossibile che il Conte Cavaliere Blu che possedeva poteri magici, avesse praticato i suoi incantesimi per il bene del Re.
- “Allo cosa vuole fare il Principe con l’incantesimo del Conte Cavaliere Blu?”-
- “Non lo so, milord. Ma le informazioni della ‘Luna Scarlatta’ finiscono qui.”-
Ermine che stava appoggiava silenziosamente al divano, aprì finalmente la bocca.
- “Ulisse ha detto sta per essere distrutto.”-
- “Perciò, vuole portare le truppe francesi e invadere quest’isola?”-
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Era una battuta sciocca e stupida.
- “Ma, il Principe ha avuto successo nella società sotterranea in America, potrebbe esserci la possibilità che desideri conquistare Londra. D’altra parte, se intende venire in Inghilterra ha bisogno di attraversare La Manica e forse si sta comparando al Conquistatore.”-
Raven annuì.
- “Se vogliamo prevenire Ulisse e l’obbiettivo del Principe, allora dobbiamo proteggere l’incantesimo del Conte Cavaliere Blu, ma mi chiedo come potrebbe essere possibile cercare di rompere una cosa del genere?”-
- “Sapete dove si trova una cosa così?”-
Alla domanda di Raven, Edgar puntò alla finestra. Potevano vedere una collina che s’incurvava vero la spiaggia.
- “C’è una roccia che normalmente non può essere trovata sulle spiagge di quest’area e che si può vedere innalzarsi dalla terra qui e la. Quando Lydia è quasi caduta da quel pendio, ero così preoccupato da non riuscire a respirare, avevo paura che potesse sbattere la testa su una di quelle rocce e quindi ho pensato che fosse una strana collina.”-
- “Perciò credete che la collina stessa sia….”-
- “Le rocce che erano state portate qui dalle persone sono state scavate e sepolte qui. Molto probabilmente si tratta di quel tipo di cosa.”-
Quando portò Lydia alla sua mente, la preoccupazione e l’ansia per lei crebbero di nuovo dentro lui.
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Durante quell’incidente, l’aveva fatta passare attraverso prove difficile. Pensava veramente che non fosse una buona cosa coinvolgere Lydia nelle sue liti con il Principe, ma d’altra parte, Edgar vedeva Lydia come un’affidabile forza militare. Se il Principe odiava il potere del Conte Cavaliere Blu, allora la capacità di Lydia di comunicare con le fate era sicuramente un potere di valore. Nel caso di Raven o Ermine che condividevano lo stesso obbiettivo di combattere, il pericolo e il dolore erano una possibilità a cui erano preparati. Edgar si assicurava di prestare ogni attenzione per ogni dettaglio per le loro vite, ma aveva richiesto loro di affrontare il pericolo. Ecco perché non ci aveva pensato molto e aveva forzato anche Lydia a sopportare tutto ciò. Ma, era stata appena appena assunta da Edgar. E le era capitato solamente di salvarlo. Se avesse veramente desiderato averla con sé anche se avesse usato l’opzione di un fidanzamento sbagliato, allora lei non sarebbe stata una forza militare. Era una ragazza che Edgar doveva proteggere interamente.
Oh, è vero. Il nostro ‘fidanzamento’ era solo un contratto per tenerla solo dalla mia parte.
Improvvisamente si era reso conto di questo e si sentì ancora più disgustato di sé. Il fidanzato che Mrs. Collins aveva desiderato per Teresa era qualcuno che avesse pensato al benessere della figlia quanto avrebbero fatto i suoi parenti o anche più di quello.
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Che cosa nel dare la propria figlia in matrimonio significava che quella era la propria figlia che si è cresciuto in maniera preziosa e il quale futuro stava per essere affidato a qualcun altro. Se i suoi parenti avevano preso una così forte decisione, allora la responsabilità sul suo fidanzato era pesante. Sposarsi significava essere in una posizione nel prendere a carico tutto quello di cui erano responsabili i genitori. Lydia e la sua luminosità e la sua generosità e la sua ingenuità che sorprendeva e anche la sua leggera asperità, tutto doveva essere protetto. Non importa cosa, lui la doveva tenere a distanza dal pericolo, ma era solamente riuscito a metterla in un’esperienza terrificante. Anche se dichiarava che lui era il suo fidanzato, lui non le aveva dato niente di cui avrebbe dovuto darle, quindi era naturale per Lydia non essere in grado di fidarsi di lui, per cui in quel momento era sicura di essere profondamente delusa da lui.
- “…..Per aver permesso che Lydia venisse portata via davanti ai miei occhi, non possono essere qualificato come uomo.”-
Non avrebbe negato il fatto che quello era l’ovvio comportamento di un uomo la cui fidanzata fosse stata presa in ostaggio. Quello era presumibilmente era il miglior piano. Ma era vero che lui appariva freddo agli occhi di Lydia e questo era perché per cominciare lei non gli aveva dato fiducia.
Guardando fuori dalla finestra, Edgar fece un sospiro.
- “Credi che a questo punto, finirà la sua pazienza e sarà disgustata da me?”-
- “Sì, lo farà.”-
Raven concordò facilmente ed era onesto in quella opinione e quindi non era che stesse cercando di deprimere Edgar.
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Ma quando gli venne detta quella cosa così facilmente, fu un mistero di come ciò gli fece cambiare umore e gli fece venire voglia di riprendersi.
- “Credo che dovrò creare un piano così che non ci sia spazio per scappare.”-
- “Lord Edgar, non sarebbe meglio prima cercare di pensare a un modo per salvare Miss. Carlton.”-
- “Raven, riguardo alle donne, se non pensi al futuro con loro, si finisce in un vicolo cieco.”-
- “Sembrate come vostro solito, sono sollevata.”-
Ermine non aveva ancora le forza per sedersi, ma con il modo spiritoso in cui parlava lei, i sentimenti di Edgar vennero confortati.
- “Ora, fino a quando non viene ucciso, questo ci permetterà di muoverci più facilmente.”-




Proprio allora ci fu un confidenziale bussare alla porta.
- “Visconte….”- entrò una voce debole sul punto di piangere.
Raven aprì la porta con cautela e poi il finto conte Palmer entrò precipitando nella stanza.
- “Tempismo perfetto, qual’è il tuo risultato?”- chiese Edgar.
- “Oh, sì…… proprio come avete detto voi, ho detto a quell’uomo, Oscar che avrei fatto qualsiasi cosa se avesse risparmiato la mia vita. Mi è stato detto di tenere un occhio su Teresa. È nella magazzino sotterraneo. Lui ha la chiave.”-
Arrivare a usare Palmer che era arrivato a pregare per la propria vita, doveva significare che Ulisse stava agendo da sé in quella missione, determinò Edgar.
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Quindi significa che quelle che sta controllando sono selkie. Ma Lydia è un dottore delle fate. Le selkie incatenate desiderano segretamente l’aiuto di Lydia. Se avesse voluto che non si avvicinassero a Lydia e dal momento che non c’era nessuno altro, avrebbe usato Palmer per il tempo a venire. Se non fosse stato questo il caso, allora qualcuno che fosse venuto a pregare per la sua vita sarebbe stato un problema, l’avrebbe ucciso e superato la cosa. Edgar sapeva che Palmer avrebbe potuto essere ucciso eppure l’aveva usato per avere un’idea della situazione di Ulisse e Lydia e lui era a conoscenza del fatto che quella era la parte di lui che appariva fredda tanto che Lydia non la poteva accettare, ma lui aveva cambiato atteggiamento perché ora era nel mezzo della battaglia
- “Hai fatto un buon lavoro. Guidaci li.”-
- “Uh, ma…, mi proteggerete veramente? Dal momento che ho fatto una cosa del genere, se vengo visto da Oscar,sarò ucciso.”-
Edgar andò verso Palmer e fece il miglior sorriso gentile che riuscisse a fare.
- “D’altra parte, siete il prossimo in linea a essere ucciso. Dal momento che sembra che Oscar voglia uccidermi alla fine. Inoltre, non c’è nessun vantaggio perché tu resti sul serio dalla sua parte.”-
- “……. Lo capisco. Ecco perché ho fatto come avete detto…..”-
- “E’ vero. Allo scopo di salvarti, ti rimane solo di contribuire alla mia vittoria. Ovviamente, metterò i miei sforzi nell’assicurarmi che tu te ne esca vivo e possa ritornare a casa.”-
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Palmer rilassò la tensione dal suo volto.
- “Sebbene non posso garantirlo. Raven, andiamo.”-
Palmer ritornò velocemente alla sua espressione tragica, ma quando le sue spalle vennero spinte, cominciò finalmente a camminare.
*
- “Suzy, è così silenzioso.”-
Mrs. Collin sedette sul suo letto guardando fuori dalla finestra.
Il mare era brutto e turbolento come sempre. Potevano sentire il battere incessante del vento. Eppure sembrava così silenzioso.
- “Sì, avete ragione, mia signora.”-
Suzy posò un po’ di medicina, usata per far riposare e calmare il cuore malaticcio di Mrs. Collins , sul letto e posò una tunica sulle spalle della signora.
- “Il colore del vostro volto sembra così buono sta mattina.”-
- “Mi sento così fresca come non lo sono mai stata.”-








- “Potrebbe essere perché alla fine il corteggiatore della giovane miss è stato deciso.”-
- “Sì, deve essere così.”-
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E fece un sorriso, la signora aprì i palmi delle mani e guardò verso la spilla a ca
mmeo. Era la spilla che avrebbe dovuto essere data a Teresa. Era un regalo che veniva tramandato dalla madre alla figlia che si sposava. Alla prima cena, Teresa l’aveva indossato al petto. Suzy ebbe un sospetto e si chiese se lei lo avesse portato via dalla stanza della figlia.
- “Se quella ragazza fosse ancora viva…. Sarebbe stata amata da qualcuno di gentile e avrebbe potuto essere così felice.”-
Suzy allargò gli occhi incredula.
- “Mia signora, lo sapevate per tutto questo tempo?”-
- “Cosa?”-
- “Oh, che lei non era la giovane Miss Teresa.”-
- “Lei è Teresa, o no?”-
- “Oh, ovviamente….”-
Sebbene Suzy avesse detto ciò, aveva la sensazione che la sua signora sapesse veramente cosa stava accadendo. Stava accarezzando gentilmente il cammeo d’un rosa pallido come se stesse ricordando di sua figlia. Suzy s’inginocchiò e prese le mani della signora tra le sue.
- “Capisco molto bene quanto la mia signora ami la propria figlia. Nessuno vorrebbe credere di aver perso i cari che amavano tanto… ma, mia signora, anche Miss Lydia Carlton ha una famiglia e un’amante. Sono delle persone che si prendono cura di lei e che la amano profondamente.”-
- “Lydia…..?”-
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La signora alzò la testa, ma Suzy non permise che questo la fermasse e continuò.
- “Miss Carlton ha già fatto così tanto per il bene della mia signora. Quindi, per favore lasciatela libera. Prima che sia troppo tardi.”-
Mrs. Collins guardò verso Suzy nervosamente, poi accarezzò gentilmente la sua guancia.
- “Suzy, mi dispiace. Sembra che ti ho dato molta preoccupazione.”-
- “Oh, no, mia signora.”-
- “Lo so, potresti portarmi del latte tiepido?”-
- “Sì, subito.”-
Suzy si allontanò dalla stanza giusto per un po’, ma quando ritornò con il latte, Mrs. Collins era sparita dalla stanza.
*
Sono così stupida. Lydia batté la porta più forte che poté.
Poco importa quanto la colpisse o la calciasse, non cambiava niente.
Quando lo capì, la pelle delle sue dita erano graffiate e doloranti. Accasciò il corpo al pavimento e sentì come se potesse piangere.
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C’era solo un’unica candela accesa. In pochissimo, sarebbe bruciata e quella stanza sotterranea sarebbe sicuramente diventata di un nero pece.
- “Stupido, Edgar! Cosa avresti fatto se mi avesse sparato veramente!”-
Iniziò a pensare che era tutta colpa di Edgar se le sue mani facevano male ed era buio ed era spaventoso. Se ci avesse pensato a mente chiara, allora quello che aveva colpa era Ulisse, ma Lydia in quel momento non riusciva in alcun modo a calmarsi.
Quando era stata buttata in quella stanza, Ulisse le aveva detto:
[Per quell’uomo, questo genere di cose accadono frequentemente.]
Doveva essere stato così per Edgar quando era stato braccato dal Principe e faceva le battaglie vivendo nella società nascosta.
[Ecco perché, non verrai affatto salvata.]
Aveva detto che lui aveva per sé tanti compagni.
[Perché se pensa che è impossibile, c’è sempre l’opzione di lasciar perdere. Ovviamente non c’è nessuno che ti segue se non vivi in modo intelligente.]
Lasciar perdere? Avrebbe significato che avrebbe abbandonato Lydia.
Poco importa quanto Lydia venisse sedotta da Edgar, non era in grado di avere fiducia nel suo atteggiamento e pensava solamente che lui stesse mettendo le proprie speranze nella sua abilità di dottore delle fate. Anche se si preoccupava e cercava di salvarla, non era che pensasse emozionalmente che lei era speciale.
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E quindi Lydia era sopraffatta dalla disperazione. Se Edgar la lasciava perdere, allora Ulisse l’avrebbe uccisa, perché non avrebbe avuto nessuno valore. Sentì un fruscio dietro di lei. Si trovava in un magazzino e c’erano tante cose diverse accatastate, perciò non riusciva a vedere cosa ci fosse dietro, dal momento che era così buio. Ancora una volta qualcosa frusciò e sentì anche una debole voce.
Sembrava come il pianto di un gatto.
Poteva essere?
Quando si diresse verso la fonte del suono, la cosa che si stava muovendo era un piccola scatola per caramelle.
Aprì il coperchio e vide che dentro c’era una palla di pelo grigio.
- “Nico!”-
Si affettò a tirarlo fuori dalla scatola.
- “Lydia….? È troppo tardi per me.”-
- “Cos’è successo, Nico! Tirati su.”-
Alzò Nico che era completamente debole. Lei andò in panico e accarezzò la sua schiena e normalmente non a lui non piaceva essere toccato o preso, ma in quel momento stava fermo.
- “Sono così affamato.”-
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Cosa?
- “Dato che sono stato rinchiuso, non ho mangiato niente….”-
Lydia si sentì un po’ irritata e mise Nico sul pavimento. Lui scese e si sedette sul pavimento e tirò su la sua coda con un espressione triste e l’accarezzò.
- “Ohh, ho perso lucentezza nella mia coda.”-
- Sei una fata, anche se non mangi per un po’ sarai a posto”-
- “In modo da mantenere un raffinato colore argentato nella mia coda, ho bisogno dei miei pasti….. oh, giusto, Lydia, perché mai sei qui?”-
- “Sono stata catturata anch’io!”- gridò vergognandosi e sentendosi miserabile, ma improvvisamente diventò dall’essere posseduta dalla paura al completamente rilassata. In realtà anche se quel gatto dalla testa vuota si trovava lì, non significava che Lydia sarebbe stata salvata.
- “Quindi anche tu sei rinchiusa…. Allora, non hai cibo con te.”-
Nico mostrò la sua delusione e si accasciò di nuovo.
- “Più importante, Nico, hai trovato i manti delle selkie?”-
- “Ho trovato una stanza sospetta. Era fatta in modo che le fate non potevano entrare. Il che vuol dire che è una stanza fatta in modo che le selkie in questa casa non possono entrare, giusto? Quando stavo andando in giro, sono stato scoperto da lui e sono finito qui.”-
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- “Lui che sarebbe?”-
- “Giusto, Lydia! Il colpevole è il nipote di Lady Collins. È Oscar ad essere dietro tutto questo! Ha capito subito che ero una fata e mi ha rinchiuso in questa scatola.”-
Nico gonfiò il petto per l’orgoglio per la scoperta.
- “Lo sappiamo già.”-
- “…. Oh, lo sapete.”-
Deluso ancora una volta, si accasciò.
- “Ma, c’è un’alta probabilità che i manti delle selkie siano in quella stanza.”-
Dicendo questo, nella mente di Lydia cominciò a risvegliarsi la consapevolezza di dottore delle fate. Sebbene fosse stata posseduta da Teresa ed era stata trascinata in questo incidente e altri avvenimenti.
Lydia era rimasta lì perché voleva salvare le fate. Quello non era il momento per rimanere irritata da Edgar e imbronciarsi per il disappunto.
- “Cosa sto facendo standomene con la paura di essere abbandonata. Dovrei essere quella che non dovrebbe arrendersi.”-
Lydia si alzò.
- “Nico, stiamo uscendo di qui.”-
- “Come? Non riesco a muovere un muscolo.”-
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Quello era il problema. Proprio quando incrociò le braccia e si guardò intorno.
- “Dottore delle fate, sei qui?”-
Ci fu una voce che venne dall’altra parte della stanza.
- “…. Chi è?”-
- “Per favore, appoggiatevi al muro.”-
Sembrava che si stesse avvicinando il suono di acqua sgorgante.
Nel momento pensò ‘cosa?’ qualche tipo di forza colpì la porta e la squarciò. Per via dell’onda che entrò attraverso l’apertura, Lydia si sorprese e si accovacciò al muro. Quando ritornò il silenzio e lei alzò la testa,
gli oggetti che erano stati impilati erano in caos e schiacciati contro il muro dietro lei. La porta era distrutta e spinta contro di esso, ma non c’era traccia di acqua da nessuna parte e Lydia non era nemmeno bagnata.
- “Così rude”- disse Nico, che spuntò la testa dall’apertura tra Lydia e il muro.
- “Per favore scusami. Non c’era altro modo.”-
Ad apparire fu l’anziana signora che era con Ermine”-
- “Lei è una selkie?”-
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- “Sì, sono terribilmente dispiaciuta di non essere stata in grado di fare nulla, mentre stavo chiedendo il tuo aiuto.”-
- “Va bene, ma a lei e tutte le altre sono stati nascosti i manti e non potete andare contro Ulisse, non è così?”-
- “Sono venuta qui assicurandomi che Ulisse non l’avesse notato. Non ho avuto altra scelta se non quella di trasferire l’anima della morta su di te, per suo ordine. Ero solo in grado di agire per i suoi comandi, lasciandoti libera durante il giorno, ma quello era tutto che potessi fare.”-
Ma se fosse stata scoperta da Ulisse, avrebbe potuto essere uccisa per mostrare agli altri di non mettersi contro di lui. Stavano scommettendo le loro vite cercando di legare le loro speranze a Lydia.
Doveva trovare i loro manti e liberarle.
- “Distruggendo la porta e facendo tutto questo rumore, saprà subito che è stata opera di una selkie.”-
- “Sì, ma dobbiamo sbrigarci. D’altra parte, Ulisse ha pianificato di ucciderci tutti. Prima di questo, cercherà di cancellare te e il Conte Cavaliere Blu. Ecco perché, questo è l’unico momento.”-
E poi, l’anziana tese la mano con qualcosa in essa.
Era la acquamarina da parte di sua madre che pensava di aver perso.
- “L’ho rimossa da te così che Ulisse non la portasse via.”-
Immagino che Ulisse ami le gemme.
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Quando stava pensando a questo, l’anzia
na disse:
- “Ulisse sta indossando una gemma nel suo orecchio.”-
Lydia non l’aveva visto direttamente, per cui non sapeva che tipo di gemma fosse, ma annuì all’informazione improvvisa che la vecchia le aveva dato.
- “Per favore, fai attenzione. Quella era il cuore di una selkie.”-
Eh.”
Il simbolo della fiducia e della lealtà delle selkie.
Ne stava proprio parlando con Nico che se Ulisse aveva un modo di proteggersi anche se abusava delle selkie, allora poteva avere il cuore di una selkie.
Ciò era la gemma che Ulisse portava sull’orecchio.
Proprio perché possedeva il ‘cuore’, Ulisse era stato in grado di avvicinarsi a una selkie che aveva abbassato la guardia e l’aveva catturata. E quindi aveva collezionato altre selkie e aveva rubato i loro manti e le aveva sottomesse, ma la loro ira era ancora rivolta verso di lui che aveva quella pietra preziosa.
- “Quindi? Cosa farà Ulisse mettendovi non solo a lavoro ma poi uccidendovi?”-
- “Questo va al di là di quello che sappiamo. Ora, muoviti, devi uscire di qui. Prima che ti trovi.”-
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Annuendo, Lydia si girò verso Nico.
- “Dov’è la stanza di cui stavi parlando?”-
- “Ho detto che non riesco a muovermi!”-
- “Proprio adesso ti stavi muovendo bene!”-
- “Fammi mangiare qualcosa prima!”-
- “Lascia perdere.”-
- “Da questa parte, dottore delle fate.”-
Sembrava che l’anziana signora volesse guidarla.
Lydia lasciò indietro l’inutile Nico e si affrettò per lasciare il pavimento sotterraneo. Poté vedere che le selkie che stavano lavorando come servitori la stavano guardando dall’ombra con un’espressione preoccupata sui loro volti. Annuirono come un segnale all’anziana, cosa che poteva aver voluto dire che Ulisse non era lì e quindi era sicuro. La vecchia si affrettò su per le scale. Lydia fu in grado immediatamente di capire che le selkie che le stavano guidando erano quelle che avevano raggruppato i loro poteri per cercare di rompere la porta. Lydia aveva addosso l’acquamarina da parte di sua madre e se ne assicurò toccandola con le dita, stava diventando nervosa e si chiese se sarebbe stata in grado di proteggere le selkie.
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Lui era il tipo di persona che aveva intenzioni cattive e stava usando il cuore delle selkie per suo beneficio. E inoltre, probabilmente aveva molta molta più conoscenza come dottore delle fate rispetto a Lydia.
Ma lei non poteva permettersi di scappare.
- “E’ qui.”-
Al secondo piano, la vecchia si fermò di fronte a una porta che sembrava normale che non possedeva grandezza o importanza. Lydia afferrò il pomello che le selkie sembrava non potessero toccare affatto.
Inaspettatamente, la porta non era bloccata. Aprì gentilmente uno spiraglio, ma sembrava che non ci fosse nessuno all’interno. Lydia avanzò da sola.
Era una stanza che non sembrava affatto adatta per nascondere alcun manto. La carta da parati era di un rosa pallido e le tende e il tavolo erano decorate con balze e c’erano cavalli di legno e bambole perfette per essere abbracciate e un numero indefinito di libri di racconti, ma in qualsiasi modo la si guardasse quella era la stanza di un bambino.
- “Che significa questo?”-
Andò ad aprire l’armadio, ma era solamente pieno di vestiti per bambini. Lydia si era immaginata che i manti delle selkie, che potevano essere una dozzina o così, gli avrebbe trovati impilati come una montagna, ma fu confusa del fatto di dove una cosa del genere avrebbe potuto essere stata nascosta .
Ma se ci pensava bene, anche se quelli erano dei manti, erano dei manti di fate.
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Dal momento che i loro ‘cuori’ erano qualcosa di piccolo come una gemma, allora i manti potevano essere in qualche sorta di forma inaspettata.
- “Teresa, cosa c’è che non va?”-
Fu sorpresa a quella voce e si girò. Mrs. Collins era entrata con un vaso di fiori vivi tra le mani.
- “Mrs…. Voglio dire…. Madre.”-
Lei non diede alcuna attenzione a Lydia che si era corretta velocemente e andò per aprire la finestra.
- “Questa stanza non è nostalgica? Era la stanza che usavi quando eri piccola. Quando era estate ogni anno venivamo qui per goderci la stagione. Ricordi’?”-
Parlò come se lo stesse facendo a se stessa e raccolse una bambola di Teresa.
- “Per tutto questo tempo, sono stata spaventata di entrare in questa stanza. Se avessi visto una stanza vuota, pensavo che mi sarei sentita come se stessi accettando il fatto che eri morta.”-
Teresa era stata inghiottita dalle onde e portata via. Quella stanza doveva essere stata sigillata da quel giorno. La chiave doveva essere stata sbloccata perché Mrs Collins l’aveva aperta e poi era andata a cercare dei fiori per decorare la stanza. E sembrava che non l’avesse aperta per diec’anni o giù di li. C’era la grande possibilità che Ulisse avesse nascosto i manti in questa stanza chiusa anticipando che nemmeno Mrs. Collins vi sarebbe entrata.
Ma, si chiese dove potessero essere.
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- “Oh, è piena di polvere. Ma, non ci si può fare niente, visto che sono passati dodici anni ora.”-
Polvere? Lydia girò lo sguardo vero la piccola scatola che era posata sopra lo scaffale. Perché era l’unica cosa che non era coperta dalla polvere e attirava facilmente lo sguardo per via della vernice brillante laccata. Sembrava fosse un portagioie. Quando aprì il coperchio, c’erano un po’ di sfere di vetro della dimensione di una noce. Quando ne prese una sembrò umida e elastica. La sfera aveva il pallido colore blu dell’oceano e era calda come se fosse una sorta di creatura viva.
Oh, questa forse può essere il manto di una selkie?”-
- “Oh, quel portagioie.”-
Il cuore di Lydia fece un salto e tenne la scatola tra le mani girandosi verso la signora. Voleva portarla via con sé ma si chiese se alla signora sarebbe dispiaciuto.
- “Oh, questa è davvero un bellissimo portagioie.”-
- “é così? Eri così piccola, eppure volevi questa più dei giocattoli…. La portavi con te dovunque andavi. Ecco perché l’hai portata anche in questa proprietà….”-
Fece un sorriso e lasciò cadere gli occhi sul pavimento.
- “Se non ti dispiace vorrei che l’avessi.”-
- “Cosa….”-
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- “Per la tua età, credo che sarà perfetto.”-
Con la sua mano grassoccia accarezzò la decorazione a corallo.
- “E’ incredibile. Pensavo che avrei voluto completamente morire se fossi mai venuta a vedere questa stanza, ma mi sento così rinfrescata. Fin da quando quella ragazza mi ha lasciato, mi sentivo come se stessi girovagando nell’oscurità per così tanto tempo, ma ora riesco a sentire una debole luce.”-
Mrs Collins apparì come se sapesse tutto quello che era successo. Sembrava perfino che sapesse che il fantasma di Teresa non era veramente Teresa.
- “Um...”-
- “Ho ordinato un portagioie ancora più bella per il tuo matrimonio, ma tu preferisci veramente quella lì, non è così”-
Ma ritornò dietro nel suo sogno un’altra volta.
Il portagioie che teneva i manti delle selkie. Il memento per la signora della sua preziosa figlia. Lydia tenne con vigore la scatola tra le braccia.
- “Mia signora, oh eravate qui.”-
Era Suzy. Doveva essere preoccupata perché non sapeva dove fosse andata la padrona di casa e guardò verso di loro con sollievo.
- “Oh grazie al cielo, anche la signorina era qui con voi.”-
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Lydia e Suzy si guardarono negli occhi e si scambiarono un sorriso.
- “Madre, questa stanza è così sporca. Andiamo in giardino.”-
Proprio quando chiamò la signora in modo da farla uscire dalla stanza.
- “Dottore delle fate, Ulisse è-!”-
Sentì la voce sotto pressione della selkie. Nello stesso momento, la porta venne chiusa e poté dire che era stata bloccata dall’esterno
- “Hey, apri questa porta!”-
Lydia batté la porta, ma non ci fu nessuna risposta.
- “Miss, cosa sta…..”-
Suzy s’incamminò verso Lydia. Mrs. Collins inclinò la testa confusa ma non sembrava che ci fosse ancora un pericolo. Però, se fosse successo qualcosa mentre erano rinchiusi, non sarebbe stato affatto un bene per il suo stato mentale.
- “Sì, Suzy, questo è il lavoro del colpevole. Quell’uomo sta pianificando di uccidere tutti qui.”-
- “Avete scoperto chi è il colpevole?”-
- “E’ Oscar, ma sono sicura che lui non è il vero nipote di Mrs. Collins.”-
Suzy inghiottì l’aria per la sorpresa.
- “O-ora che ci penso, il giovane Lord Oscar è appena ritornato dall’America il mese scorso ed era la prima volta per tutti in questa famiglia che lo si incontrava…..”-
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Improvvisamente, sentirono qualcosa che stava bruciando. Dalla fessura della porta, fuoriuscì del fumo. Quando premette l’orecchio contro la porta di legno, riuscì a sentire il suono di legna che bruciava assieme a un calore immenso.
- “E’ fuoco!”-
Lydia corse verso la finestra, ma da quest’ultima venne buttato qualcosa dentro. Era un secchio che distrusse la finestra e da esso si rovesciò qualcosa come un liquido, che istantaneamente prese fuoco e si sparse per la stanza. Quando Lydia si accucciò di riflesso, i suoi occhi videro la vista della tenda inglobata dalle fiamme che si spargevano giù verso di lei. Cercò di scappare al di sotto di essa. Ma il suo piede venne preso in qualcosa. Una gabbia per uccelli cadde su di lei. Colpì la testa ed ebbe le vertigini.
- “Suzy!”-
Poté sentire le urla di Mrs. Collins. Lydia cercò di tenere sveglia la sua coscienza. Lei aprì gli occhi. La signora corse verso Suzy che era al suo fianco e dopo che spense le fiamme della sua gonna, abbracciò la ragazza e la trascinò verso il muro dove il fuoco non l’aveva ancora raggiunto.
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- “Suzy, tu non devi morire, ti salverò!”-
Rovesciò l’acqua del vaso sulla sua gonna. Dopo lo posò sulla testa di Suzy e disperatamente cercò di alzarla. Era lo sguardo di una buona madre che stava cercando di proteggere sua figlia.
Mrs. Collins sembrava essersi completamente dimenticata di Lydia e di Teresa. Per lei, Teresa era la figlia che era morta. Ma, Suzy, lei era qualcuno che le era stato al fianco, qualcuno tanto prezioso tanto quanto la figlia che era già morta. Questo è ciò che è meglio, pensò Lydia. Mrs. Collins avrebbe sicuramente smesso di essere ossessionata riguardo Teresa. Perché aveva capito che aveva una ‘figlia’ che si curava tanto di lei, anche se non erano legate dal sangue.
Ma ancora, mi sento un po’ sola.
Oh, è vero, ho bisogno di fare qualcosa riguardo me stessa.
Nessuno mi salverà.
Mentre realizzò ciò si stava aggrappando al pendente d’acqua marina.
Madre, sì, lo so. Sono un dottore delle fate, quindi è il mio lavoro aiutare qualcuno. Anche se sono da sola, devo solo credere in me stessa.
Lydia finalmente si risollevò.
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Fu in grado di evitare le tende e il loro fuoco, ma la finestra era coperta dalle fiamme ed era impossibile andarci vicino.
E oltre a ciò, quando era caduta, il portagioie era volato via dalle sue mani. Il coperchio si era aperto e il suo contenuto era stato riversato sul pavimento. Lydia si affrettò ad alzare la scatola e tirò su insieme metà delle sfere chiare.
- “Non è abbastanza….”-
Si guardò attorno. Oltre alle fiamme, ce ne era una e un’altra era sul pavimento.
Oh, no. Se i manti venissero bruciati le selkie moriranno.
Ulisse aveva detto che avrebbe lasciato morire le selkie e quindi doveva star pianificando di bruciare la casa assieme alle persone e ai manti. Testò se poteva saltare tra le fiamme. Ma il vento che soffiò dalla finestra le fece innalzare improvvisamente. Lydia poté solo chiudere gli occhi e sentì che stava venendo abbracciata da qualcuno come se la stesse proteggendo da quel vento caldo. In quella posizione, venne trascinata via. Riuscì solo a sentire il suono di qualcosa che si sbriciolava e poi Lydia cadde sul pavimento nel buio.
- “Lydia, grazie al cielo sono arrivato in tempo.”-
Non riuscì a vedere perché era troppo buio.
- “…… Edgar…..?”-
- “Riesci a stare in piedi? Il fuoco ci raggiungerà presto. Dobbiamo affrettarci a uscire.”-
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Tirò il suo braccio e inizio a camminare. Quando gli occhi di lei si adattarono alla luce, era in qualche maniera buio, ma scoprì che si trovava nel passaggio che era usato solo dalla servitù. Non fu in grado di avvicinarsi alla finestra o alla porta della stanza di Teresa, ma c’era un’altra uscita.
- “Suzy e Mrs. Collins sono….”-
- “Raven deve averle portate fuori.”-
- “E, i manti delle selkie.”-
Aveva il portagioie stretto tra le braccia. Ne aveva una stretta tra la mano. Ma c’erano ancora un po’ di manti lasciati nella stanza. Lydia rimase ferma e fu in grado di ritornare indietro da dove era venuta, ma Edgar la fermò.
- “E’ inutile adesso.”-
- “no, non voglio lasciare perdere.”-
- “Non dire una cosa così senza senso.”-
- “Ma…. Lo so, il manto da selkie di Ermine potrebbe essere una di quelle. Questo manto, se questi manti bruciassero, le selkie moriranno!”-
- “….. Non c’è niente che possiamo fare”- disse drastico dopo un breve momento in cui sembrò indeciso.
Lei ricordò come Ulisse avesse detto che Edgar era in grado di decidere di lasciare perdere.
- “Cosa vuoi dire con non c’è niente che possiamo fare? È perché capita spesso? Proprio in questo modo, lasci perdere la vita di chiunque altro.”-
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Anche se lei parlava di ideali e di sogni, lui sapeva per esperienza che c’erano situazioni in cui non c’era nulla che uno potesse fare. Lydia capiva che lui era stato pressato nel prendere un’agonizzante decisione in passato e poi aveva perso i suoi compagni a causa di ciò e come quanto avesse sofferto per questo.
Eppure stava dicendo una tale orribile accusa. Ma non riuscì a fermarsi. Il modo in cui si era sentita abbandonata da Edgar e la solitudine che aveva provato quando stava per essere inghiottita dal fuoco le avevano chiuso la mente.
- “Perché non ti muovi a lasciarmi perdere. Non devi salvarmi. Non sono tua da rivendicare. Agirò solo in modo da essere soddisfatta!”-
Le tirò le spalle. Sapeva che aveva detto troppo. Ma lui parlò in maniera calma.
- “Allora andrò io.”-
- “Cosa?”-
Edgar tornò nel percorso da dove erano venuti. Le disse solamente di continuare ad andare fuori e corse giù per il corridoio.
Stai scherzando….
Lydia non stava afferrando il flusso degli eventi e rimase solamente in piedi stordita.
Poi corse di fretta seguendo Edgar.
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Ma quando fece un po’ di passi, sentì il fumo riversarsi nella sua direzione e iniziò a tossire. Il fuoco iniziò a raggiungere il corridoio. Riuscì a vedere la tremolante luce delle fiamme oltre a lei. Proprio quando pensò ciò, la velocità del fuoco crebbe e bruciò tutto quello che era attorno a lei.
- “Edgar….., oh, no, cosa dovrei fare”-
Proprio quando stava per accasciarsi a terra, il suo braccio venne afferrato.
- “Ho detto di andare fuori.”-
Le parlò con un tono in qualche modo arrabbiato e l’affrettò ad andare a vanti, al quale Lydia seguì onestamente.
Il luogo in cui uscirono era il giardino dietro la casa e poterono vedere che c’era del fuoco che usciva qui e là dalla grande casa. Sembrava che Ulisse avesse acceso il fuoco dappertutto in essa.
Si allontanarono dal fumo e andarono controvento allontanandosi dalla casa che aveva piccole scintille di fuoco che danzavano. Quando raggiunsero la scala di pietra che portava giù alla spiaggia, furono finalmente liberati dall’odore del fumo e la forza di Lydia l’abbandonò e si sedette.
Edgar si fermò, rimanendo in piedi a guardarla.
- “Sono stato in grado anch’io di trovarne uno.”-
Sul palmo della mano che aprì, c’era un manto di selkie.
Lydia l’accettò controllando l’interno della scatola, abbassò la testa.
- “Quante te ne mancano.”-
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- “All’incirca la metà…..”-
- “Sei stata in grado di salvare metà di loro. Ma tu forse penserai che dico questo con leggerezza.”-
Era facile a parlarne. Ecco perché era facile biasimarlo. Ma Edgar era veramente ritornato dalle fiamme.
L’unica che stava solo parlando era Lydia.
- “Perché sei venuto a salvarmi.”-
- “Ho detto che ti avrei definitivamente salvato.”-
- “Non stavo contando su questo. Non credo a una parola di quello che dici…. Ma, allora perché, perché sei andato in quel fuoco così pericoloso….”-
- “Anche se non credi in me, andrei ovunque per te.”-
- “Lo dici così facilmente.”-
Non era che avesse fatto l’impossibile per il bene di Lydia. Edgar doveva aver immaginato che ci doveva essere ancora abbastanza tempo ed ecco perché era stato in grado di ritornare. Anche se per Lydia sarebbe stato impossibile ritornare, lui aveva solo deciso che sarebbe stato in grado di fare qualcosa.
- “Quello che hai fatto doveva essere stato facile per te altrimenti avresti lasciato perdere.”-
Ma si chiese quanto coraggio e quanti nervi uno aveva bisogno per prendere una decisione in modo calmo e agire in quella maniera. Lui l’aveva detto così facilmente, ma se fosse stata Lydia, per lei non sarebbe stato affatto così facile.
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Era così sorpresa e il cuore era commosso, ma non si piaceva per non essere in grado di dire onestamente grazie.
- “Va bene per te essere arrabbiato.”-
- “Perché credi che potrei essere arrabbiato.”-
- “Sto dicendo delle cose così irragionevoli e orribili.”-
Sentì che il sospiro che lui aveva fatto era stato particolarmente lungo.
- “ Quando penso che mi sono avvicinato un passo a te, tu fai sempre un passo indietro”- disse e fece un sorriso triste.
- “Tu talvolta ti preoccupi seriamente di me e quasi mi apri il tuo cuore, ma è colpa mia se ti faccio fare un passo indietro ancora. Faccio cose che sono insensibili o ti faccio passare cose orribili….. lo so che poco importa quello che dico, è colpa mia se non sono in grado di avere che tu abbia fiducia in me.”-
Stava parlando in un tono inusualmente serio.
- “Mi viene detto spesso dalle donne a cui mi avvicino. Proprio come Teresa ha detto ieri, anche se non sono serio, quando stiamo insieme loro vogliono sentirsi come se fossimo amanti. Si rendono conto che spero in una relazione leggera. Dev’essere il mio atteggiamento indifferente che fa loro dire questo, ho pensato molto che se entrambi ci divertissimo questa sarebbe la cosa migliore. Ecco perché, a dirti la verità, tu eri la prima che mi ha detto di non avvicinarmi a te se non ero serio. E quindi sto pensando che se una persona come te che dice una cosa come questa, finisse con l’avere dei sentimenti per me, allora potrei essere in grado di cambiare.”-
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Lo sentì muoversi per sedere vicino a lei, ma Lydia rimase con la testa bassa.
- “La tua serietà e la mia possono forse possono essere differenti. Ma se tu desideri che io sia serio, allora credo che sarei in grado di avvicinarmi a questo.”-
- “Questo è impossibile. Siamo troppo differenti.”-
- “Lo so. Ma non lascerò perdere.”-
Perché tu, perché sei così.
- “Ho detto che è impossibile. Perché sono inutile.”-
Lui inclinò la testa da una parte, come se non capisse.
- “Non sono stata nemmeno in grado di essere Teresa. Mrs. Collins sapeva che io non ero la ragazza fantasma. Sapeva che la sua figlia morta non sarebbe ritornata…. anch’io, sono arrivata a capire che mia madre non è più qui. Mi è stato insegnato tutto da mia madre e mi sono data il titolo di dottore delle fate. Anche se faccio il mio meglio, sono inutile.”-
Se Edgar non fosse venuto a salvarla non ci sarebbe stato nulla che Lydia avrebbe potuto fare nel fuoco. Era sicura di non essere stata in grado di salvare nemmeno una delle selkie. In quel momento, mentre Lydia stava cercando di risvegliare se stessa al combattimento, era praticamente nella completa disperazione. Quella che Mrs Collins aveva cercato di salvare era stata Suzy e Lydia era stata lasciata a se stessa.
Lei aveva solo l’orgoglio di dottore delle fate e non possedeva abbastanza conoscenza né esperienza e non c’era nessun supporto per lei come invece era stato per la madre.
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Era così inutile e si sentiva piena di vergogna. Per via di questo aveva pensato che anche Edgar era scappato via da lei. Era felice, ma adesso, stava sentendo che non aveva la forza di alzare le aspettative di lui.
- “Ecco perché è impossibile per me. Sono una codarda e c’è così tanto che non riesco a fare da sola. Sto solo bluffando, ma sono veramente spaventata dentro di me. Anche se penso che devo aiutare le selkie, è impossibile per me affrontare Ulisse. Voglio solo muovermi ad andarmene da qui!”-
Dopo che lo disse, lo capì. Era stata portata in questo strano luogo non famigliare da qualcuno che non sapeva chi fosse ed era stata posseduta dal fantasma di una figlia che era morta e oltretutto, aveva preso la decisione che sarebbe rimasta lì cosicché da aiutare le selkie, ma questo era stato solamente grazie al fatto che Edgar era lì. Se avesse affrontato il nemico con lui dalla sua parte sentì che qualcosa era possibile.
Proprio perché non era da sola, fu in grado di mantenere il coraggio. Lei non si era resa conto che stava contando su Edgar, per cui quando si era sentita come se lui l’aveva lasciata perdere, improvvisamente si era così spaventata che era caduta nella disperazione.
- “Mi dispiace.”-
- “….. perché ti stai scusando?”-
- “Non ti farò sentire in quel modo. Starò dalla tua parte.”-
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- “N-non intendevo dire che volevo questo.”-
Era quel tipo di significato, ma improvvisamente si sentì imbarazzata.
- “Da quando ti ho incontrato, una strada di libertà si è aperta per me. Sarei felice se tu continuassi a stare con me e in quel caso, voglio che tu continui a contare su di me. Forse non saprò cose sulle fate, a credo che potrei darti supporto…..mi sento come se volessi che tu ti appoggiassi a me.”-
Guardò verso l’oceano e disse questo come se stesse rafforzando la sua decisione.
Lei rubò un’occhiata di lui.
I suoi capelli setosi e d’oro brillante cadevano sui suoi occhi. Guardò all’affascinante lato del suo viso e notò che la punta dei suoi capelli era bruciata. Senza pensare a quello che stava facendo, Lydia stese il braccio. Con le dita scostò via verso il lato i suoi capelli bruciacchiati ma poi lui guardò verso di lei. I suoi occhi malva cenere erano di un colore vago che non dicevano se un uomo era buono o cattivo o se era freddo o caldo o era una bugia o verità; loro erano l’impressione in se stessi che lei aveva di lui.
Quando capì ciò che stava succedendo, la mano di Lydia venne afferrata stretta da quella di Edgar.
La sua bellezza che scioglieva i cuori delle persone era proprio davanti a lei. Eppure lui si chinò più vicino verso lei.
- “As-aspetta solo un a….”-
Lei non si fermò e mise una delle sue braccia dritto per spostare via il viso di lui.
- “Hmmm, poco importa quanto ci pensi su ma l’atmosfera proprio adesso era giusta.”-
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Lo disse in una maniera come se fosse completamente insoddisfatto.
Era davvero incredibile. Eravamo nel mezzo di avere una conversazione seria proprio adesso.
- “E’ l’unica cosa che stai pensando?”-
- “Beh, più o meno.”-
E ovviamente non era il momento per una cosa del genere.
La casa di campagna che stava oltre gli alberi fu inglobata da ancora più fiamme. Ma lui aveva cambiato velocemente l’umore depresso di Lydia. Edgar non era un uomo completamente frivolo e il suo carattere leggero doveva essere la sua arma.
Le persone venivano salvate da esso e lei non era più spaventata.
- “Anche se si tratta di una persona inutile come me…”-
Vorresti sposarmi?
Ohh, ma non aveva il coraggio per essere in grado di dire una cosa del genere.
- “Cosa?”-
-“……niente.”-
Forse perché era stanca, ma la sua coscienza stava venendo portata via anche se non era ancora sera.
- “Mi sento così assonnata…. Teresa si sta per svegliare.”-
Ne aveva solo la sensazione, per cui si appoggiò alla spalla di Edgar.
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Per il fatto che Teresa si sarebbe avvicinata a lui così innocentemente, Lydia dovette essersi sentita come se le fosse permesso fare lo stesso. Poteva non essere Lydia, ma l’influenza di Teresa che stava prendendo il sopravvento. Cambiando a chi dare la colpa, poco importa quando si cullasse contro Edgar, realizzò che se ne sentiva dispiaciuta. Mentre il suo cuore batteva forte, Lydia aveva imparato come lui trattava le altre donne e come si comportava in modo così amorevole con loro. Quando immaginò che quello era un abbraccio verso Teresa, si sentì un po’ irritata, ma se non fosse stato così, Lydia sarebbe scappata in un lampo, ma d’altra parte, quando pensò che lei era colei che si stava riflettendo nei suoi occhi, pensò in maniera molto alta di sé e pensò che era lei quella che stava ricevendo tutto questo in quell’abbraccio.
La schiena di Edgar è un po’ più larga di quella di mio padre. È snello ma è più alto di lui.
- “Teresa?”- chiese Edgar quando notò che lei aveva fatto un piccolo sussulto.
- “….. il suono del mare…. Sono all’esterno?”- mormorò Teresa in un tono inebetito, svegliandosi. Dal momento che Lydia aveva lasciato andare un po’ del ritegno che aveva, appoggiandosi contro di lui, pensò che Edgar avesse capito che era stata Lydia fino adesso che aveva fatto quei movimenti.
Lydia divenne agitata al come Teresa mise la mano con nonchalance sulla coscia di lui e quindi Lydia usò la sua influenza e spostò la sua mano sinistra da lui.
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Edgar ridacchiò un po’ come se fosse divertito e posò la sua mano su quella di lei per fermarla.
La sua mano è molto più delicate di quella di mio padre.
- “Oh, perché siamo in un posto come questo? E il mio vestito si è sporcato così tanto.”-
- “La casa è a fuoco.”-
- “Cosa, oh, no, che cosa orribile!”-
Teresa si girò a guardare e divenne ancora più sorpresa quando vide che il fuoco aveva inghiottito la casa.
In un attimo, Edgar fece un’espressione difficile e guardò su nel cielo.

- “il vento ha cambiato direzione. Andiamo controvento.”-

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