sabato 24 maggio 2014


Ch 6: Le due chiavi e il sangue sacrificale

Scritto da Mizue Tani, illustrazioni di Asako Takaboshi



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- “Lord Edgar, per favore perdonatemi”- disse Raven, con quella sua tipica voce indifferente, inginocchiandosi su un ginocchio. Ma anche Lydia sapeva che non si stava scusando perché non era inevitabilmente riuscito a salvare Ermine. Lui l'aveva lasciata.
Per sua sorella che aveva scelto la morte, era andato contro gli ordini del suo padrone.
Raven aveva posto nelle mani di Edgar lo spirito che era in lui, per cui lei aveva pensato che doveva essere stato veramente difficile decidere per lui di sfidare gli ordini del suo padrone.
- “Sei perdonato”. Doveva essere stato perché Edgar riconosceva la sua clemenza.

Ancora accasciato sul pavimento, con i gomiti poggiati sulle gambe, Edgar affondò le dita nei suoi capelli dorati e agli occhi di Lydia sembrò che stesse cercando di sopprimere la rabbia fumante che era in lui.

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Molto probabilmente stava mirando quella rabbia verso se stesso.
- “Sono io quello che deve scusarsi, Raven, non sono stato capace di accettare la sofferenza di Ermine. Sebbene riuscissi a vedere che fosse sconvolta”- disse.
Dopo di che, mormorò dentro un lungo sospiro che fu appena udibile “avrei dovuto farla mia come mi aveva chiesto”.
Sta parlando della notte scorsa”, pensò Lydia. Nello stesso momento ricordò Edgar dire che avrebbe voluto fare di tutto per rendere felice Ermine.
Era l'amore non corrisposto di Ermine. Ma anche se lei doveva sapere che Edgar la vedeva come la sua famiglia. Nonostante ciò, questo era troppo per un finale infelice.
- “Alla fine sono ancora lo schiavo del Principe. Non è un compito semplice dipanare la maledizione legata al ricordo di quando quell'uomo era tutto e un assoluto per noi. Credo che alla fine del lungo dedalo che è la nostra fuga, quell'uomo sarebbe in piedi in nostra attesa, nel momento in cui stessimo per trovare l'uscita. Comunque sono passati tanti anni, quell'incubo non mi ha mai lasciato. Anch'io ero così, stessa cosa per Ermine che ha vissuto come la sua donna deve essere stato un dolore profondo e paura e preoccupazione che affliggevano sempre la sua mente.”-
Sentirsi come se stessi perdendo te stesso, disperato della vita vissuta come una bambola, quella sensazione poteva essere capita solamente da chi aveva vissuto la stessa cosa.
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Lydia non poté immaginare che cosa doveva essere stato vivere catturato da quell'uomo chiamato Principe e come doveva aver sofferto a causa sua. Ma era in grado di comprendere i sentimenti di Ermine solo un po'.
Lydia sentì che poteva capire i veri sentimenti di Ermine, il sentimento che non è mai stato controllato e più profondo del suo tradimento.
Se fosse stata capace di
prendere Lydia con sé a malincuore, poi non ci sarebbe stato bisogno per Edgar di uccidere Lydia. D'altra parte, Ermine non sarebbe riuscita a rimanere dalla parte di Edgar come traditrice.

Fino a quando Edgar non fosse stato catturato dal Principe o fino a quando il suo tradimento non fosse stato rivelato, la loro fuga era solamente una breve rincorsa.
Era un'amore debole che doveva finire.
Ecco perché, ora, a questo punto, aveva deciso di concludere tutto.
Edgar si alzò, lentamente come se il corpo fosse un diventato un peso pesante.
- “Dammi un po' di tempo. Torno subito.”-
Lydia vide la sua schiena scomparire nell'edificio; sembrò debole, come se stesse per scomparire.
Se quello che l'aveva guidata oltre il limite era stato la ricerca di lui della spada del Conte Cavaliere Blu per il suo bene, allora questo era tutto sbagliato.
Edgar aveva solamente sperato che lei fosse in grado di vivere come una ragazza normale, facendo crescere i suoi capelli, vestendosi e sorridendo.
- “State piangendo per mia sorella?”- disse Raven e Lydia finalmente si rese conto che c'erano delle lacrime che le rigavano il volto.

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- “Sebbene abbia tentato di uccidervi.”- si domandò se Ermine avesse veramente tentato di ucciderla. Quel pensiero confuso le trapassò la mente. Se aveva pianificato di farlo fin dall'inizio, allora non ci sarebbe stato bisogno per Ermine di rivelarle i piani di Edgar, se aveva rivelato tutto a Lydia, doveva aver pensato alla possibilità che Lydia sarebbe sopravvissuta e che avrebbe fatto in modo di guidarli in maniera sicura al luogo della spada.
Aveva cercato di lasciar morire Lydia con sé, ma se stava veramente cercando di ucciderla e se sapeva della velocità di Raven, allora avrebbe dovuto esserci un'alternativa che avrebbe avuto più successo.
Se avessero continuato e non fossero riusciti a prendere la spada, allora Edgar e Lydia avrebbero finito con il morire. Ed Ermine non poteva più continuare a tradire Edgar e non sarebbe stata in grado di scappare dal Principe.

Per cui aveva scelto la morte.
Il suo unico desiderio era che Edgar non sacrificasse Lydia e fargli cambiare i sentimenti e anche se non sarebbero stati in grado di ottenere la spada, aveva sperato che avrebbero trovato un altro modo per ottenere la loro libertà. O così pensò Lydia che fosse.
E per ottenere questo scopo, poteva aver deciso di rinunciare se stessa, come il fatto di essere il legame tra Edgar e il Principe.
- “Anche se la conoscevo solo da qualche giorno, mi sento cose se sapessi che cosa deve aver sentito. Devi essere più addolorato e triste di quanto lo sia io.”-

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- “Triste, quindi è così che la pensate. Non so se lo sono. A volte, è davvero difficile per me comprendere cosa sento. Anche riguardo mia sorella, l'unica sensazione che avevo di lei era che fosse la mia unica famiglia e che fosse qualcuno sempre al mio fianco e ci siamo aiutati a vicenda e che era qualcuno che non se ne sarebbe mai andato via. Dovevo sapere che anche lei era una persona, con ansie e preoccupazioni e che era tormentata da essi, eppure solo sempre al mie limiti per conoscere solo me stesso”- disse, in quella sua normale maniera fredda.
- “No, anche tu capisci. Perché hai un cuore. Se l'hai lasciata andare è perché hai pensato al suo dolore, poi questo vuol dire che tu sei quello che l'ha amata più di tutti, e sei profondamente ferito.”-
I suoi occhi verde scuro si rivolsero verso di lei. Pensava ancora che avessero un colore scuro che rendeva le persone ansiose, ma adesso, non sentì il pericolo tagliente che poteva ferire gli altri.
- “Miss Carlton, mia sorella vi ha detto qualcosa?”-
- “Uh, cosa vuoi dire?”-
- “No, non c'è bisogno che rispondiate. Per favore tenetelo per voi.”- Raven doveva aver capito che Ermine aveva detto a Lydia del vero piano di Edgar.
Ma lui era un servitore di Edgar. Doveva aver deciso di spostare i suoi sforzi dal preoccuparsi che il suo padrone commettesse altri crimini al cercare di far avverare il suo desiderio.
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Anche se ciò voleva dire preparare la trappola per Lydia.
- “Lord Edgar non sta cercando di conquistare la spada per sé. L'unica cosa che ha in testa il mio padrone è la nobiltà obbligata (noblesse oblige) . Questo è tutto.”-
Era come se stesse cercando di giustificare la posizione del suo padrone.
Ma lei riusciva a capire.
Nobiltà obbligata. Il compito di un lord di proteggere e condurre i suoi sudditi , le loro famiglie e il suo popolo. Dai tempi dei Lord feudatari, la classe sociale dove era stato tramandato lo spirito cavalleresco, non era solo una vita di lusso, ma come qualcuno che stava al di sopra di altri, c'era un pesante lavoro e una responsabilità che venivano con essa.
Era una posizione dai tempi di guerre e battaglie che non permetteva di abbandonare i proprio sudditi o le persone.
Edgar era arrivato su questa strada, lottando per il bene di Raven ed Ermine. Ma molto probabilmente, ora, non voleva fare marcia indietro.
- “Lydia, puoi venire qui”- Edgar, che era ritornato, non mostrava segni di agonia o dolore, ma chiamò Lydia come se non fosse successo nulla.
- “Non erano mica le monete che i Leprecani nascondevano sottoterra?”- disse, guidando Lydia dietro la scalinata.
- “Sì, è vero. Ma cosa è successo?”-

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- “Ricordi la moneta del Conte Cavaliere Blu? Questa. Questa moneta in cui c'è l'enigma delle fate. E qui, vedi dove c'è il buco sul muro? È della stessa misura della moneta d'oro.”-
- “Hai ragione!”-
- “Dovrei metterla dentro?”-
Lydia annuì.
La moneta scivolò sull'appoggio e cadde attraverso una sottile apertura in esso. Nello stesso momento ci fu un rumore di un ticchettio e di qualcosa di girava e poi la scalinata cominciò a muoversi.
Alla fine un grosso buco nero si aprì sul pavimento davanti a loro. Su di esso c'erano scale che portavano molto giù in basso.
- “Andiamo.”-
Facendosi guidare da Edgar, Lydia scese le scale. Dietro di lei venne Raven.
Se continuavano ad andare, significava che il pericolo si stava avvicinando a Lydia. Ma allo scopo di salvare suo padre, aveva bisogno della stella dei Merrow, quindi Lydia continuò a camminare.
Lydia sentì Edgar come forza del gruppo ed entrambi lavorarono per risolvere gli enigmi delle fate uno ad uno facendolo aveva iniziato a sentire l'innegabile eccitazione che aumentava cercando la spada assieme a lui. Comunque, d'altra parte pensò alle azioni di Ermine, scambiando la sua vita per cercare di fermare Edgar dal sacrificare le vite di altre persone, era la prova che Edgar voleva veramente uccidere Lydia. 
Sperò che i sentimenti di Ermine di non voler che lui commettesse più crimini l'avesse raggiunto.

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Ma quando ci sperò su, sentì il suo desiderio rinnegato dalla presenza di Raven dietro di lei.
Senza alcun dubbio, sentimentalismi come quello non avrebbero fatto vacillare la decisione di quei due uomini.
Raven aveva capito il significato della morte di sua sorella e il suo desiderio, ma aveva comunque deciso di seguire il suo padrone. E Edgar doveva aver deciso di perseguire la sua nobiltà obbligata per il bene di Raven.
Ma proprio come loro, anche Lydia aveva qualcuno da proteggere. Suo padre.
Andare contro quei due, che erano sopravvissuti a incontri, che gli avevano messi in pericolo di vita, più di quanti non ne avesse fatti lei e sapeva che con una ragazza ingenua come lei non c'era gara, ma era l'unica cosa su cui spingere.

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- “Oh, chi, se non è il professore. Cosa sta facendo qui?”-
La voce provenne dalla stanza in cui Carlton era stato rinchiuso. Ma lì, non doveva esserci nessun altro tranne lui .
Era confuso e si guardò attorno e vide che c'era un gatto dal pelo grigio seduto sul cornicione della finestra.
Sì, era un gatto che indossava una cravatta, seduto sul cornicione come un umano.
Nico....” . ovviamente sapeva che quel felino non era un qualunque gatto ordinario.

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Sapeva, eppure ogni volta si sentiva fuori luogo assistendo ad un tale spettacolo.
- “Lydia è stata portata via da Gossam e dai suoi uomini. Vogliono farle cercare la gemma.”-
Il gatto saltò giù dalla finestra e si avvicinò a Carlton camminando sulle sue zampe posteriori e sapientemente incrociò le braccia o le sue zampe anteriori.
- “Cos'è successo? L'ultima volta che ho visto Lydia stava con quel nobile biondo.”-
A dire la verità, Carlton combatteva ogni volta con l'impulso di prendere Nico e ispezionarlo e testarlo, ma anche se aveva il corpo di un gatto, se lui era il gentelman che si considerava essere, allora sarebbe stato maleducato starlo a fissare, quindi Carlton si ricompose di nuovo.
Nico era stato il partner della madre di Lydia e aveva vegliato su quest'ultima da quando era una bambina piccola. Quindi conosceva da molto tempo anche Carlton. Per Carlton che non era capace di vedere le fate, Nico era l'unica fata con cui riusciva a venire in contatto.
- “Sì lo era, ma è stata cattura da Gossam. Anch'io sono stato ingannato da Gossam e sono venuto assieme a lui per cercare Lydia ma.... d'altra parte, Lydia si sta dirigendo verso il luogo nascosto della spada.”-
- “Questo non va bene.”-
- “Non va bene? Una donna vestita come un uomo mi ha detto che quel nobile avrebbe sacrificato Lydia ai Merrow.”_
- “Sì, per la promessa tra i Merrow e il Conte Cavaliere Blu, se non sei il vero discendente della famiglia del Conte e prendi la spada, poi apparentemente significa che ti ritroverai solamente morto.”-

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Il suono di passi che si avvicinavano fece chiudere la bocca a Nico e poi scomparì.
Nello stesso momento, la porta si spalancò. Il più giovane dei fratelli Gossam entrò; era in uno stato pietoso, una persona poteva dire ad una prima occhiata, che gli era stato dato un pugno in faccia.
Quest'uomo si era apparentemente presentato come Huxley a Lydia e con uno sguardo ovviamente irritato, sembrava che volesse sfogare la sua rabbia contro Carlton e calciò la sua sedia.
- “Sua figlia è stata rapita da quel ladro ancora.”-
- “Oh, oh, d'altra parte non cambia il fatto che io sia ancora in una brutta situazione.”-
- “Fino a quando sarà nelle nostre mani, sua figlia non permetterà che la stella dei Merrow cada nelle mani di quell'uomo. Cercherà di prendere la gemma come le abbiamo ordinato, ma quell'uomo è furbo. Lui non è qualcuno che la sua piccola figlia può gestire.”-
- “Sembra che nemmeno tu riesca a gestirlo.”-

Le sopracciglia di Huxley si contrassero, ma lui contenne la sua rabbia.
- “In ogni caso, lo seguiremo e prenderemo la gemma. E lei verrà con noi.”-
Il secondo e il terzo figlio vennero dalla parte di Carlton e lo tirarono in piedi.
Cercò Nico, ma non lo vide. “ma deve essere da qualche parte vicino a me”, pensò.
- “Sembra che non abbiamo tempo”- disse Nico.

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- “Okay, io andrò avanti. Professore, prendi questo con te.”-
Sentendo solo la voce del gatto, Carlton vide che una foglia di menta volò dentro la sua tasca interna.
- “I Browny dovrebbero seguirne l'odore.”-
- “Hey, che sta borbottando?”-
- “Niente, stavo solo parlando tra me e me.”- sospirando, Carlton segui gli uomini fuori dalla stanza.
Carlton non aveva discusso con sua figlia quando gli aveva dichiarato di voler diventare un dottore delle fate come sua madre. Ma per il fatto che non aveva nascosto lo speciale dono che aveva, era stata coinvolta in pericolosi incidenti come questo.
Si preoccupava di come l'aver ereditato l'abilità di vedere le fate, come questo avrebbe messo la sua vita in difficoltà e problemi indesiderati. Ma più di questo, il più grosso problema di essere come sua madre era che fosse debole contro uomini incapaci di fare niente da soli .
Un uomo che era un aristocratico ed era un ladro e un rapitore; Carlton immaginò nella sua mente l'uomo con cui probabilmente era adesso sua figlia, e quel disgraziato pensiero lo fece scoraggiare.

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Le scale scesero giù e giù, come se non si sarebbero mai fermate. Il passaggio sotterraneo curvava in passaggi e scale che si alternavano tra loro e se non avessero avuto una candela con sé, ci sarebbe stato buio pesto.
Forse anticipando che ci sarebbe stato una camera sotterranea, Raven aveva con sé una candela. Guidati dalla luce, i tre continuarono.
- “Continua ancora?”- Lydia cominciò a sentirsi senz'aria in quel luogo isolato come una trappola.
Facendo un passo dopo l'altro, sentì come se si stesse avvicinando ad un finale orribile. In vero, non era riuscita a uscirsene con un modo per rubare quello che Edgar aveva con sé e che avrebbe garantito loro la spada e lei stava per, letteralmente, essere portata nel luogo dove sarebbe sacrificata.
Stando in quell'oscuro passaggio sotterraneo, doveva averle fatto pensieri come quello. Lo spazio a misura d'uomo in cui erano non mostrò nessun segno di vita e fece mettere ancor di più in ansia Lydia.

Si chiese perché le fate che gradivano i sotterranei non si vedessero.
Anche il fatto che non ci fosse alcuna vista di loro le creò un'innaturale impressione e fece crescere la preoccupazione in lei.
Potevano essere nell'area che stava sotto il controllo dei Merrow, ma non aveva mai incontrato un Merrow e questa era un altro fatto che incrementava l'ansia di Lydia.


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La decisione di salvare il padre stava scomparendo e delle negative idee non volute continuavano a venirle in mente. Proprio vicino a lei c'era Edgar e dietro c'era Raven; non c'era possibilità di correre. Sapeva che stava per essere uccisa da loro eppure si chiese perché stava andando assieme a loro.
Si sentì ancora di più soffocata.
Edgar le girò attorno. Per qualche ragione questo la fece sussultare.
- “Lydia, sei stanca?”-
- “Ti senti come se l'aria si fosse diradata?”-
- “Il fuoco è acceso bene. Non ci dovrebbero essere problemi”- disse Raven.
Come sentì la voce di Raven, Lydia sentì le vertigini e le girò la testa e perdendo l'equilibrio dei piedi cadde su un lato.
Edgar la prese e la tenne su. Non poté dire cosa lui stesse pensando di lei.
- “No, non toccarmi.”-
Solo non voleva essere toccata in quel momento. Ma quello la fece sentire ancora di più senza respiro e sentì un sudore freddo correre su di lei. Era completamente confusa.

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Cosa succede? Sto per essere uccisa?”
Lydia si disperò ancora di più e lottò per liberarsi.
- “stai ferma e fai un respiro lentamente.”-
Ma ora mi sento mancare il respiro.”-
Cercò senza pensare di lottare, il suo piede scivolò da uno scalino.
Cadde dalla scalinata tra le braccia di Edgar.
- “Ahhhhhhhhhhhhh!”-
Sorpresa dall'improvvisa caduta, emise un urlo da spaccare le orecchie con tutto le sue forze. Facendolo, doveva essere stata in grado di lasciar uscire l'aria che si era formata in lei come una palla di piombo e Lydia poté rilassarsi un poco, perché non si sentiva più senza respiro.
- “Così va bene, non avere fretta, inspira, espira lentamente.”-
Nel buio, dove la luce della candela non gli raggiungeva, sentì la voce di Edgar, che l'aveva tra le braccia.
Sembrava che fossero caduti sotto solo di poco.
Le scale che sembravano non aver fine, si era apparentemente fermate lì.
- “Lord Edgar!”-
- “Sto bene, Raven”- disse Edgar alla luce della candela che velocemente si stava avvicinando a loro.

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- “Lydia, stai bene?”-
- “S-sì....”-
Ovviamente lo era, dato che era Edgar che aveva preso tutto l'impatto della loro caduta.
- “Ah e tu?”-
- “Io sto perfettamente bene. Grazie e Dio era solo una distanza di pochi passi.”-
Quando la luce della candela gli raggiunse, lasciò andare Lydia e gentilmente le sorrise, guardandola con un'espressione premurosa.
- “Ti manca ancora il respiro?”-
- “Sto un po' meglio.
- “È probabile che tu abbia inalato troppa aria. Dovevi essere in apprensione ed essere stata in questo buio opprimente deve averti affaticato.”-
Sentendosi dire questo, Lydia realizzò che stava lottando con più nervosismo di quanto potesse gestire.
- “Nessuno starebbe bene dopo una cosa come quella. Mi dispiace per averti forzato a passare i tuoi limiti.”-

Pensò che stesse parlando di Ermine. Anche quella volta Lydia stava per cadere. Anche quella era stata un'esperienza scioccante, ma più di quello, c'era qualcos'altro che la stava rendendo nervosa.
Era terrorizzata da quello che stava per arrivare.
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Al peggio che stava per accaderle.
Di volta in volta, Lydia veniva salvata da Edgar.
Quando Huxley stava per attaccarla, si era messo al posto suo e si era ferito per quello. Anche quando Ermine stava per suicidarsi assieme a lei, anche proprio adesso, l'aveva salvata.
Si preoccupava sempre di Lydia e le parlava dolcemente e gentilmente. Lei sapeva perfettamente bene che lui non doveva essere creduto eppure era arrivata così lontano per aveva voluto credergli.
Ecco perché non era spaventata dal morire, ma era terrorizzata dall'essere uccisa da Edgar.
Immaginando con che tipo di occhi freddi, senza pietà l'avrebbe guardata, rabbrividì.
Edgar era qualcuno che aveva accettato Lydia, che era sempre stata chiamata strana e incompresa da tutti, per chi lei era, e aveva creduto che i suoi complimenti non avessero avuto nessuna lusinga nelle sue parole.

Ma se fosse stata uccisa da lui, allora tutte le gentilezze, i sorrisi, la compassione che erano state date a Lydia voleva dire che erano bugie.
Quando aveva scoperto che Edgar era un ladro, Lydia aveva cercato di scappare da lui. Lui lo sapeva eppure non aveva forzato di sottometterla usando la violenza. Le aveva solo pregato di non lasciarlo, dichiarando che aveva bisogno del suo aiuto come dottore delle fate.
Non voleva dire che lui rispettava i suoi desideri e i suoi diritti?

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Da quel momento Lydia non era stata sfruttata da lui, ma si era sentita come se fosse stata al suo stesso livello e stesse cooperando con lui, ma quello non era il caso. Quello che temeva di più era che Edgar stesse per sconvolgere tutto.
Lydia si era aggrappata alla speranza che una cosa del genere non sarebbe successa e continuò a camminare.
- “Sarebbe meglio riposare”-
Anche quelle sue parole non erano così perché era compassionevole, ma potevano finalmente essere negate.
Lydia fissò i suoi occhi in quelli malva cenere di Edgar.
Doveva essere abituato che le donne lo fissassero e perciò la guardò con un sorriso dolce.
- “Stai per uccidermi?”- non poté fermarsi dal dirlo.
- “Cosa dici, così all'improvviso?”-
- “Se hai deciso di uccidermi, allora non essere gentile con me. Sii il cattivo e mostra il tuo coltello e fammi fare quello che vuoi gridandomi addosso o picchiandomi.”-
- “Sei ancora confusa?”-
- “Questo è ingiusto. Posso vederti come un criminale e quindi chi supporrò di incolpare quando verrò uccisa? Volevo essere d'aiuto a qualcuno come dottore delle fate. Pensavo che anche se tu eri un ladro e un bugiardo, avevi veramente bisogno delle mie abilità ed è per questo che sono arrivata così lontano....”-

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- “Io ho bisogno di te.”-
- “e hai anche bisogno della mia vita, vero?”- - “Perché la pensi così? Non c'è bisogno che tu muoia.”-
- “Non sono un compagno dalla tua parte. Non saresti ferito se perdessi me o mio padre. Questo è un motivo perfetto.”-
Edgar sembrò essere turbato e abbassò la testa per guardare dentro gli occhi di Lydia e scorse le dita sulla frangia. Esitò vedendola battere le palpebre in reazione alla sua mano, ma non rinunciò e allungò la mano per metterla sulla testa di Lydia.
Le accarezzò i capelli in modo rassicurante, come se stesse cercando di calmare un piccolo bambino.
- “Come hai detto tu, abbiamo fatto di tutto per proteggerci. Mi considero un lottatore, ma sono solo veramente un uomo patetico, e che pensa solo di scappare via. Ero spaventato, perciò non ho guardato a cosa c'era dietro di me, ho cercato di dimenticare il mio passato e poi non stato in grado di capire che sono completamente riuscito a scappare da lui. Ecco perché.... ho pagato un caro prezzo.... non voglio far più del male a nessun altro. Penso a te come un compagno. Per favore credimi.”-

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Se le era stato detto dritto negli occhi, lei quasi gli credette. Ma sicuramente tutto era una bugia.
Lui era una persona che riusciva a far sembrare una bugia una cosa seria.
Mischiando un pizzico di verità, poteva riuscire a creare una grossa bugia. E proprio così poteva manovrare il cuore delle persone. Era consapevole di come appariva agli altri e questa era il suo punto forte attirare il cuore delle persone.
Ma tutto quello che Lydia poteva fare era solo essere ingannata. Essere ingannata e tradita erano le sue uniche opzioni, e lo aveva capito dal fatto che tutte le bugie di Edgar erano serie, che non c'era nulla che potesse fare al riguardo.
Lui aveva deciso che raggiungere il suo scopo era una cosa ferma e irremovibile.
- “Per favore, voglio salvare mio padre.”-
Dunque alla fine, Lydia voleva che lui ascoltasse solo un dei suo desideri seri.
- “Ovviamente, lo capisco.”-
Pregò che quelle sue parole non fossero delle bugie, raccolse in corpo la forza e si rialzò.
Dietro la porta c'era una cantina per vini. Ma si poteva dire che non era una cantina per umani. Per essere situata in posto così sotterraneo, significava che la persona che aveva costruito il castello l'aveva preparato per chi viveva quaggiù.

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La cantina per i vini era il letto per il Cluricauno, la fata che amava il vino. Non vide per nulla il Cluricauno risiedervi, ma era sicura che l'enigma puntasse a quel luogo.
Da qualche parte dietro le mura poterono sentire il rumore dell'acqua.
Il suono delle onde e molto probabilmente c'era un'arteria d'acqua che scorreva sul mare che gli era vicino. 
Se le abitazioni dei Merrow erano vicine, allora questo doveva essere la cantina vinicola per i Merrow.
E sul retro della cantina, c'era una strada che si divideva in tre vie.
- “Quale dobbiamo scegliere”- disse Edgar.
- “Vado a controllare cosa c'è in esse. Per favore aspetti qui”- si offrì Raven.
Accese la lampada che era stata appesa al muro e quella luce illuminò maggiormente l'interno della cantina, di quanto non avesse fatto la sola candela e portò via la sensazione in quel grande spazio, di essere dentro un buio che intrappolava.
Doveva essere il motivo per cui Raven aveva deciso di non portare Lydia assieme a sé in quei passaggi stretti e invece si era offerto di andarci da solo.
- “Fai attenzione”- disse Edgar asciutto.
Raven scomparve in uno dei passaggi e Edgar, annoiato, cominciò a tastare le botti di vino che erano allineate.
- “Sembra che tutte le botti siano vuote.”-
Se il Lord del castello se ne era andato, questo doveva dire che non c'era nessuno che offriva ai Merrow il loro vino.

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Lydia andò vicino al muro e si sedette con la schiena appoggiata a esso. Poi sentì qualcosa di peloso strisciare sul petto.
- “Sono io, Lydia.”_
La voce che sussurrava era di Nico. Nico, che era ancora invisibile, saltò sul grembo di Lydia.
- “Ascolta quello che sto per dirti. I brownie che vivono su quest'isola dicono che gli stato detto da un Merrow maschio con cui hanno bevuto. I Merrow sono stanchi di aspettare il Conte che non è tornato da cent'anni.
A questo punto, sperano che qualcuno sia in grado di prendere la spada [va bene fino a che quell'umano abbia accettato le stesse condizioni della promessa che avevano fatto al Conte per scambiarle con la stella.]
[Stella, sarà una stella del cielo?] [Quelle che brillano nel mare dei Merrow sono le anime degli umani che sono morti in mare] Accentando le condizioni, deve significare che l'umano raggiunge il luogo nascosto della spada. E se quell'umano sacrifica una vita umana ai Merrow, allora anche se fosse un ladro, significa che c'è speranza che i Merrow gli consegnino la spada.”-
Di quello che succede tra fate e umani, la maggior parte delle volte, la cosa più importante è il contratto.
I sentimenti romantici e i doveri obbligatori sono considerati importanti solo tra umani. Anche se i Merrow hanno accettato il Conte come loro Lord, quello è stato il solo risultato del contratto che hanno stipulato il con il Lord Cavaliere Blu e l'unico motivo per cui stanno proteggendo la spada è perché sono sotto contratto.
Non si azzarderebbero a rompere il contratto. Comunque, non farebbero nulla che non fosse dichiarato nel contratto. Se il modo di verificare il discendente del Conte era vedere se quell'umano aveva la moneta d'oro e la chiave d'argento e che riusciva a raggiungere il luogo nascosto della spada, allora i Merrow non avrebbero dubitato l'identità della persona venuta a reclamare la spada.
Lydia si assicurò che Edgar non la stesse guardando e annuì leggermente. Nico continuò a parlare.


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- “Quindi la spada nascosta è qui vicino, giusto? Se la trovi, devi fare in modo di prenderla prima di quel aristocratico. E usarla per tagliarlo.”
Eh? Stette quasi per boccheggiare, ma riuscì a trattenersi.
- “Quello è il segno per i Merrow. Va bene se riesci a tagliare un po' la pelle. Il sangue che tocca la spada diventerà chiaramente la vittima dei Merrow. In pochissimo tempo Huxley e i suoi fratelli ci raggiungeranno qui con il professore, quindi sarebbe conveniente che creino scompiglio. Mentre l'aristocratico sarà impegnato a trattare con Huxley e i suoi fratelli, fai in modo di trovare la spada del Lord Cavaliere Blu e prenderla. Hai capito?”-
Senti il soffice, vellutato pelo di Nico toccarle la mano, ma lui scomparve in un secondo, dal momento che Edgar stava camminando verso di lei.
- “Hai sentito qualcosa?”-
- “Huh, no, niente.... è il suono dell'acqua. Continua a fare quel rumore.”-
Cercando di eludere i suoi sospetti, anche Lydia ascoltò vicino il suono dell'acqua e poi Edgar parlò di nuovo.
- “Lì, ho appena sentito il suono di una ragazza che piange.”-
- “Piange.....? Ci siamo, dev'essere la Banshee.”-
Lydia si alzò.

Il suono che avevano sentito debolmente poteva essere stato il vento che correva lungo il muro roccioso. Ma era sembrato anche il pianto di una Banshee.

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Si dice che quando qualcuno ha la visione di una Banshee che piange, vicino all'acqua, quella persona morirà in poco tempo. Quell'inquietante pianto di fata, si dice sia la premonizione di morte di qualcuno.
Lei avrebbe dovuto ferire Edgar con la spada. Quella era l'unica opzione rimasta per Lydia per salvarsi.
Si chiese se sarebbe stata in grado di puntare un'arma contro qualcuno. Ma se non l'avesse fatto, allora sarebbe stato lui a puntare la spada contro Lydia.
- “Quando hai detto Banshee, quella è la prossima fata dell'enigma.”-
- “Sì, dev'essere il prossimo suggerimento.”-
Lydia premette le sue orecchie contro il muro e ascoltò nel punto in cui poteva sentire maggiormente il suono del vento. Quel suono proveniva dall'apertura centrale dei tre passaggi.
Proprio allora, Raven ritornò dal passaggio sulla destra.
- “Questo qui era un vicolo cieco.”-
- “è qui. Credo che questa sia la via giusta per andare.”-
i tre ritornarono a camminare.
La strada non andava in la più di tanto. Dopo aver camminato per un po', arrivarono a un'apertura tipo fessura nei scuri muri rocciosi e c'era in mezzo c'era un ponte sospeso e dopo che lo ebbero passato, videro che c'era una porta costruita nella parete rocciosa.
Lydia stava per avvicinarsi alla porta, quando Edgar la fermò.
- “I prossimi dopo la Banshee sono i Merrow. Perciò dovremo essere più cauti da qui in poi.”-

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- “Cauti per cosa?”-
- “Non ci è stato detto che tutti quelli che si sono avvicinati alla spada hanno finito col morire? Ci devono essere delle trappole disposte al di la di qui. E guarda, si vede la parte di una ruota.”-
Proprio come aveva detto, si poteva vedere che c'era qualche sorta di dispositivo costruito dentro il muro roccioso a cui era collegato il ponte sospeso.
Edgar tirò fuori una carta dalla tasca interna della sua giacca. Era fatta da una sottile lastra di argento. Un lato della lamina non era piatta e aveva qualche gobba e lei notò che c'era qualcosa di inscritto su di esso, proprio come l'indovinello che c'era sulla moneta d'oro, ma non poté dire cosa ci fosse esattamente scritto. Forse era la cosa che Edgar stava nascondendo, che Ermine aveva detto fosse collegata con il mistero della spada del Conte Cavaliere Blu.
- “Che cos'è?”-
- “La chiave magica che apre questa porta.”-
Vicino al pomello c'era una sottile rientranza che era proprio della misura giusta porre la lastra d'argento in essa. Quindi era il buco della serratura.
Improvvisamente, sentirono un chiassoso suono di passi provenire dalla direzione della cantina. In lontananza c'era la luce di una lampada librarsi sopra un certo numero di oscure figure e come furono vicini al loro luogo, la luce illuminò i loro volti e brillò il posto in cui erano.
- “John fermati ora ! Non andrai più lontano di così!”-

- “Hey, andate a prenderlo.”-
Stando ancora cauto a Edgar e al suo atteggiamento insolente, Huxley diede l'ordine ai suoi fratelli.

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Tenendo ancora d'occhio i fratelli che gli si stavano avvicinando prudentemente, Edgar varcò la porta.
In quell'istante, ci fu un ruggito profondo che eruppe da qualche parte intorno a loro. I fratelli Gossam si fermarono. Il ruggente suono echeggiò contro le cavità dei muri rocciosi, e risuonò come se si stesse avvicinando a loro.
- “....... che diavolo.......?”-
Il farfugliare di uno degli uomini diventò un urlo proprio quando il vento colpì loro.
- “Sono i Merrow, è la magia dei Merrow.....”- boccheggiò Lydia.
Il ponte sospeso oscillò violentemente e fece quasi cadere quelli che cercavano di aggrapparsi ad esso.
Assieme al vento, che non accennava a fermarsi.
c'era il suono di voci che cantavano.

In un primo momento si poteva pensare che fosse solo la propria immaginazione, ma non come il sentire il canto, molto più come se le voci stessero risuonando profonde nel proprio corpo. Le voci suonarono così mistiche e rilassanti che fecero assopire quelli che le sentivano.
Appena in grado di restare aggrappata al fune del ponte sospeso, Lydia sentì il suo corpo cadere verso il basso. Proprio quando Lydia pensò alle tante vite dei ladri che erano caduti da lì e si erano ritrovati morti sulla riva, Edgar afferrò il suo braccio.
- “Lydia, Raven, venite di qua. Andate verso la porta.”-
Andando contro il vento, Edgar spinse loro due. E poi rapidamente fece scivolare la lastra d'argento nella fessura della porta.
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Bruscamente, il vento forte si fermò. Nello stesso istante, le voci dei Merrow che cantavano si arrestarono.
Edgar spinse Lydia, che era stupita e crollata giù, dentro la porta che aveva aperto. Nello stesso momento le ruote del congegno cominciarono a muoversi.
Senza dare il tempo di capire cosa stesse per succedere, il centro del ponte sospeso si divise.
Quello che rimase della loro parte di ponte fu stato risucchiato in un nero buco senza fondo. Huxley e i suoi fratelli saltarono velocemente indietro, nell'altra parte intatta del ponte.
Ma uno di loro che si era avvicinato troppo alla parte in cui erano, decise che non sarebbe stato in grado di tornare indietro e saltò verso la porta.
- “Ahhhhh!”-
Lydia urlò perché l'uomo che era quasi caduto si era aggrappato alla sua caviglia.
Edgar mise il braccio attorno alla vita di Lydia e facendo in modo che non venisse trascinata giù, usò il piede per buttare giù il braccio dell'uomo che stava cercando disperatamente di arrampicarsi.

- “Non toccarla, sporco essere inferiore.”-
In un batter d'occhio, lo aveva calciato via.
L'uomo cadente era riuscito appena appena ad aggrapparsi alla fune del ponte e a penzoloni gridò bestemmie contro di lui e Lydia che era in un stato di shock totale mentre guardava la scena accadere, pensò che Edgar fosse veramente un uomo spaventoso.
Aveva vissuto in un mondo dove non davi pietà a tuoi nemici.


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Lydia, che voleva credere che lui non fosse una persona cattiva e che si sorbiva le sue parole gentili ed era veloce nell'andare d'accordo, doveva averlo improvvisamente guardato in modo incauto.
Stava per perdere la speranza di riuscire a rubare la spada e puntarla verso di lui.

- “Hey, non dimenticare cosa potrebbe succedere al professore!”- gridò Huxley dall'altra parte del muro di roccia, separato dal ponte cascante e dal profonda, oscura fossa che c'era tra di loro.
- “Padre!”.
Huxley spinse Carlton di fronte a lui.
- “Ragazza, fai in modo di portarmi quella pietra. O altrimenti lo butterò giù di qui.”-
Edgar doveva aver deciso che non importava quanto Huxley brontolasse, dato che era molto distante non poteva toccarli e lui non gli diede altro tempo e andò nella direzione opposta della porta.
- “Aspetta”- pregò Lydia e lottò per afferrargli il braccio.
-“Per favore salva mio padre, non l'hai forse promesso?”-
- “Anche se gli consegniamo la pietra, non credo che consegnerà tuo padre in un unico pezzo. Anche tu saresti una testimone dei suoi crimini. Entrambi verrete uccisi.”-
- “ Ma a questo prezzo......”-
- “Non abbiamo ancora la spada.”-
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Edgar guardò dritto davanti a sé, come se non avesse tempo per quello che lei gli stava chiedendo.
Erano in luogo tipo caverna, ampio e naturale. Le sporgenze rocciose dei muri stavano sulla loro strada, per cui non riuscivano a vedere davanti a loro, dall'altra parte, ma potevano dire che ci fosse qualcosa che s'illuminava dentro la caverna.
Si poteva pensare che la luce dell'esterno vi si stesse riflettendo, ma era sbagliato. C'era qualcosa che emetteva una luce incandescente.

Edgar camminò lentamente nel profondo della caverna. Lydia lo seguì, camminandogli esattamente di fianco. Ma entrambi si fermarono nello stesso istante, perché avevano pensato di aver visto qualcosa muoversi in un posto pieno di luce risplendente.
La cosa che faceva quel bagliore erano tutte le rocce attorno a loro. Erano coperte da una sottile striscia di muffa, e sembrava che fosse proprio quella ad emanare la debole luce.
C'era una pozza poco profonda al centro della caverna che era circondata dalle mura rocciose, e l'acqua cadeva dal soffitto formando delle onde circolari sulla superficie della pozza, rendendo tremula la luce nel suo riflesso. La luce bianco azzurrina che riempiva quello spazio, dava l'illusione che fossero sul fondo del mare.
C'era una figura in piedi nella pozza; era una ragazza. La luce bianco-azzurra avvolgeva i capelli della ragazza ed erano così lunghi che coprivano il suo corpo e sarebbero stati trascinati sul pavimento se lei avesse camminato. 
- “Un Merrow.....”-
Edgar sentì il sussurro di Lydia e si girò per guardare la ragazza, curioso.

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- “Un Merrow? Ma lei ha le gambe.”_
- “Non hanno problemi a prendere forma umana.”-
- “Ma, anch'io posso vederla e sembra un'umana per me.”-
- “Si sta mostrando, quindi anche tu puoi vederla. E nonostante ciò, stai affermando che un umano avrebbe vissuto intrappolato vivo in questo posto fino adesso?”-
Edgar si guardò intorno per assicurarsi che fossero in un posto senza alcun passaggio segreto.
- “Sembra essere impossibile.”-
- “Alla fine questo posto non ha alcun marchingegno meccanico che stavi immaginando.”-
- “E quindi stai dicendo che dovrei arrendermi? Ma non vedo come i Merrow siano in grado di dirmi che non sono collegato al vero Lord Cavaliere Blu.”-
Ha ragione, anche i Merrow non erano in grado di dire se chi era arrivato a questo luogo portasse o meno il sangue della famiglia del Conte in sé. Ecco perché doveva esserci qualche sorta di maniera per determinare se quella persona aveva le caratteristiche di un Conte.
Molto probabilmente, quella maniera era nascosta da qualche parte nel contratto fatto tra il Conte Cavaliere Blu e i Merrow. Allora voleva dire che chi fosse deciso essere l'erede doveva conoscere le fate, aver risolto il misterioso indovinello, possedere anche la chiave d'entrata e aver capito il significato dello “scambiare una stella per la stella dei Merrow.”.

In quel senso, era proprio come Edgar pensava; chi si fosse attenuto alle condizioni avrebbe guadagnato la possessione della spada. Era come se ci fosse un congegno.

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- “E' un onore accogliervi”- disse il Merrow. - “allora, chi è colui al quale la devo consegnare?”-
- “Dov'è?”- chiese Edgar.
- “Non riesci a vederla?”-
Lydia strinse gli occhi per cercare.
La luce ondeggiava e tremolava.
Dov'è la spada?”-
Un'immagine bianco-azzurrina si stagliava nell'ombra di una delle rocce.
Anche Edgar la vide. Si mosse prima che lei lo facesse.
- “Lydia, è solo un'ombra.”-
Capì ciò che era dalla voce di Nico.
Era solo un'immagine che brillava data dalla luce riflessa della spada. Quindi la vera spada era...
Lydia scattò nella direzione opposta a quella dove si stava dirigendo Edgar.
Inginocchiandosi sul bordo della pozza, immerse le braccia nell'acqua.
La luce venne disturbata e l'immagine brillante della spada vicino alla roccia scomparve.

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- “........ Cosa?”-
Nel tempo in cui Edgar si girò attorno, Lydia aveva tratto fuori dall'acqua la scintillante spada d'argento.
Era la spada del Lord Cavaliere Blu.
Non c'era un pezzettino di ruggine su di essa; era una lama a doppio taglio che scintillava come se fosse stata appena forgiata. C'era un gemma blu incastonata in essa.
Lydia strinse l'elsa, e si girò per affrontare Edgar.
- “Non muoverti.”-
All'atteggiamento serio di Lydia, lui la guardò, non mostrando alcuna resistenza.
- “.... lo so già. Che devi dare un'anima umana per questa spada.”-
Edgar non mostrò segni si sorpresa e sorrise solamente in modo solitario.
- “Va bene. Sembra che io abbia perso. Puoi fare ciò che vuoi.”-
Risposto con una tale veloce resa, l'esitazione di Lydia crebbe. Avrebbe dovuto seguire il flusso del momento affinché potesse ferirlo. Se lui non si fosse avvicinato a lei per portarle via la spada, allora lei non sarebbe stata in grado di fare una cosa simile.
- “Raven, non intrometterti in questo.”-
Oltretutto, aveva anche fermato Raven che si stava muovendo piano piano per trovare un'opportunità.
Ma era pienamente consapevole dell'esitazione di Lydia.
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Lui sapeva perfettamente bene la sua preoccupazione sul non aver mai maneggiato una spada prima ed che era spaventata dal ferire qualcuno. Ecco perché anche se Lydia pensava che fosse angosciato, si costrinse a muoversi.
Nico le tirò la manica per istigarla.
- “Non esitare su questo, Lydia, se non lo uccidi, sarà lui a farlo. O stai pianificando di aggregarti a lui nel diventare una preghiera dei Merrow?”-
Nico aveva ragione.
[ Scambia una stella con la stella dei Merrow. O altrimenti i Merrow intoneranno il loro canto di lamento]
Se non consegnavano l'oggetto promesso ai Merrow qui, allora i Merrow avrebbero cantato la loro canzone. Che voleva dire che tutti qui sarebbero annegati nell'oceano.
Lentamente, Edgar si avvicinò a lei.

- “Ti ho detto di non muoverti!”-
- “Se non sono vicino, non puoi tagliarmi.”-
- “Ha ragione, quell'uomo aveva pianificato di ucciderti, Lydia!”-
Edgar non prestò attenzione e continuavano ad avvicinarlesi.
- “Volevi veramente uccidermi?”-
- “Sei spaventata? Stai tremando.”-
- “Era una bugia quando hai detto che non l'avresti fatto? Hai detto che avresti salvato mio padre. Era anche quella una bugia?”-

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- “Quella non era una bugia.”-
Tu grande bugiardo.”- anche se pensò a ciò, Lydia stava ancora esitando.
- “Dimmi, c'era qualche verità in alcuna delle tue parole?”-
- “Che senso ha saperlo?”-
- “Perché mi hai protetto per tutto questo tempo. Non voglio pensare che tutto quello fosse una bugia. Dopo aver perso Ermine ho pensato di aver condiviso anche una piccola parte dello stesso dolore di entrambi. Ecco perché pensavo che avresti capito i miei sentimenti di voler salvare mio padre......”-
Ovviamente, dire una cosa del genere ora era inutile.
Edgar assunse un'espressione ironica, o perché era irritato o perché era confuso da lei.
- “Perché stai esitando? L'uomo che ha cercato di ucciderti non meriterebbe la morte. Anche se mi ferisci, nessuno te ne darebbe la colpa.”-
- “Lydia, ahh, cavolo, cosa stai facendo!”- disse Nico impazientemente.
- “...... cosa dovrei fare!”-
Era molto probabile che non ci fosse modo che Lydia riuscisse a ferire Edgar con una spada.

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Edgar che la stava guardando fisso, improvvisamente ridacchiò come se non riuscisse a credere a ciò che stava vedendo.
- “Anche se si tratta di un criminale come me, sei ancora spaventata dal tagliarmi con quella spada? Allora, facciamo così.” -
Agguantò Lydia e afferrò la spada dalla sua mano prima che se ne accorgesse.
- “Sei troppo ingenua Lydia. Sebbene ci siano dei criminali nel mondo che sono molto più sadici e dal sangue freddo più di quanto tu possa immaginare.”-
Lentamente girò la spada. Il corpo di Lydia s'immobilizzò e non poté muoversi.
Tuttavia Edgar bruscamente cambiò la direzione della spada. Poggiò la lama contro il suo palmo.
E la fece scivolare su di esso.
- “Eh.......”-
Il sangue colò dal suo palmo e corse giù dalla lama. Gocciolando giù per colpire il suolo.
In piedi di fronte a una Lydia sbalordita, fece un debole, stanco sorriso.
- “Mi chiedo perché, non sembra che possa dirti una buona bugia.”- si girò verso l'altro ragazzo sbalordito.
- “Raven, mi dispiace.”-
- “Lord Edgar........”-
Sentirono il suono rombante, di violente onde che s'infrangono, avvicinarsi. E poi, dalla pozza circondata dalle rocce, l'acqua eruppe in alto, nell'aria.

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Subito, l'acqua diventò un'onda imponente, una quantità che riuscì a riempire la caverna in secondi.
Ma lei non sentì il suo corpo inghiottito dall'acqua; sentì solamente il suono del passaggio delle onde, e poi era scomparso.
Quando aprì gli occhi, l'imponente onda non si vedeva da nessuna parte e la pozza era solo una pozza e la spada era distesa per terra, vicino ai piedi di Lydia.
Solo Edgar non si vedeva.
Il Merrow camminò lentamente verso di lei.
- “Colui che non è stato ferito dalla spada. Per favore accetta questa spada.”-
- “...... è giusto? Non avete voi tutti protetto questa spada per il discendente della famiglia del Conte per tutto questo tempo?”-
- “Il Conte è morto. Tempo fa, vicino all'oceano, così lontano che non siamo stati in grado di salvarlo.”-
- “Stai dicendo che la linea della famiglia del Conte è finita?”-
- “Non ne siamo sicuri. Solo che da quel momento, però tanto tempo è passato, dato che nessuno è comparso che sia riuscito a risolvere correttamente l'enigma, allora questo è quello che deve significare.
Tutti gli eredi della famiglia del Conte sono tornati indietro dal mondo delle fate e non sarebbero passati più di cento anni durante la loro assenza. Ma se non ci fosse stato più nessun vivo nella famiglia del Conte, credevamo che solo un dottore delle fate sarebbe stato in grado di farcela per arrivare qui. E il fatto che tu sia qui vuol dire che sei una di loro.”-

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- “Quindi tutti voi stavate aspettando un dottore delle fate?”-
Il giovane Merrow femmina annuì tristemente.
- “Colui che aveva permesso al clan dei Merrow di vivere in questo mare è stato il Conte. Il Conte era colui che ha costruito un ponte tra noi e gli umani affinché potessimo vivere in pace. Ma dopo che il Conte se n'è andato, ed è passato il tempo, il sangue negli isolani è svanito, e un'ancora una volta c'è la disparità tra noi. Per proteggere la spada, abbiamo fatto si che le acque attorno all'isola siano costantemente agitate,ma i soli che abbiamo gettato nell'oceano era ladri; all'inizio mandavano segnali assieme agli abitanti dell'isola cosicché nessuno sull'isola o i visitatori che venivano fossero feriti. Ma al passare del tempo, quella tradizione è stata dimenticata e ora non siamo capaci di capire la differenza tra le navi che si avvicinano all'isola, se sono ladri, pescatori o mercanti.”-
- “Ed ecco perché l'isola è appartata.”-
- “Anche il numero dei Merrow è calato. C'erano anche un buon numero di noi che erano disperati dal vivere qui e sono ritornati al nostro mare originale. Ma la maggior parte di noi non potrebbe azzardarsi di rompere la promessa fatta al Conte.”-
Il Merrow femmina prese la mano di Lydia e le fece impugnare la spada.
- “Ma ora, abbiamo soddisfatto la nostra promessa. La spada appartiene al mondo degli umani. Quest'isola, è anch'essa terra degli umani. Lasceremo questo posto.
Anche se chi governerà la terra umano non è un discendente del Lord Cavaliere Blu, andrà tutto bene.

Desideriamo lasciarla nelle tue mani ora.

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Lo sguardo di Lydia venne spinto sul largo zaffiro che era incastonato nell'impugnatura.
E notò che non c'erano i sei raggi di luce dentro lo zaffiro.
La stella zaffiro, un nobile cristallo zaffiro blu che sembrava come avere una stella presa dal cielo stellato e intrappolata in esso, era un gemma rara che aveva una luce radiale bianco lattea nel suo mezzo, come un centro e i raggi di una ruota. Eppure, questo zaffiro, che aveva la lucentezza di fine seta, non aveva la stella lucente. Quella non era la stella zaffiro, ma solo un zaffiro ordinario.
- “....... la stella non c'è.”-

- “Dovrebbe essere con il Conte. La tradizione nella famiglia del Conte vuole che ogni qual volta che lascino la spada a noi, tirino fuori solo la stella nello zaffiro e la infondano da qualche parte nel loro corpo. Se non ci fossero eredi a cui non è stata passata la stella, allora non c'è modo di far ritornare la stella alla gemma.”-
[ scambia una stella con la stella dei Merrow.]
Quindi è questo quello che voleva dire. Questo era il significato originale riguardo la luce dentro il zaffiro che i discendenti del Conte dovevano essersi passato. La spada del Conte Cavaliere Blu si ottiene non con un'anima umana ma la [ stella] che il Conte ha preso da essa, e farla ritornare in essa. Ma il vero Conte non è ritornato. E i Merrow avrebbero continuato ad essere legati alla loro promessa. Ecco perché era rimasto a loro solo di alterare l'interpretazione.
La cosa che brilla come una stella nella terra dei Merrow sono le anime dei morti. I Merrow avevano deciso che quello scambio avrebbe soddisfatto la loro promessa.

P. 242

Allora, questo vuol dire.......
Lydia si sentì come vicina a qualcosa di importante, ma incapace di afferrarla, continuava la sua ricerca nella tua testa.
Ma i suoi pensieri furono interrotti da un suono rumoroso di qualcosa proveniente dalla direzione dell'entrata.
- “Miss Carlton, Huxley e i suoi fratelli stanno arrivando.”-
Dovevano essere passati attraverso la tavola che avevano tirato nella cantina dei vini e averla posta sulla parte mancante del ponte. E adesso, dopo che tutti lo avevano attraversato, i fratelli Gossam arrivarono spingendo attraverso l'entrata.
Il Merrow sparì velocemente.

Raven era in piedi, pronto davanti all'entrata. Si chiese perché dal momento che Edgar non fosse più qui.
Il suo prezioso padrone era stato portato via dai Merrow. Perché non si vendicava con Lydia, che ne era la causa.
Ma a differenza di quello che pensava, lui sembrò voler proteggere Lydia, che Edgar non era stato capace di ferire.
Huxley e i suoi fratelli si fermarono di fronte a Raven. Comunque, aprì bocca coraggiosamente.

- “Hey, dateci la spada. O altrimenti tuo padre sarà........”-

Proprio allora Nico apparì dal nulla.

Saltò sulla testa di Huxley con facilità. E calpestò il suo cappello con tutta la sua forza.

P. 243
- “Nico, è pericoloso!”-
- “Hey, ragazzi, siete in ritardo! Di qua, prendeteli!”-
Un alto acuto eruppe da dietro Huxley e i suoi fratelli.
Era un'armata di Brownies. Si ammassarono insieme e sciamarono verso la loro direzione.
Lydia avvistò qualche faccia che aveva aiutato alla casa del proprietario terriero.
- “Fateli calvi tutti!” - gridò Nico, sollecitandoli, agitando la sua coda, che aveva le punte bruciate.
Le piccole fate corsero con i loro piedi, assieme a quelli che cavalcavano sui topi, e a quelli che erano appesi ai pipistrelli mentre attaccavano i fratelli Gossam.
Arrampicandosi ai loro piedi, iniziarono a mordergli dappertutto e tirare i loro capelli.
Era molto probabile che gli uomini non riuscissero a vedere le fate. Non avevano idea di cosa stava succedendo, e Huxley e i suoi uomini gridarono terrorizzati.
- “Padre, da questa parte!”-
Lydia chiamò suo padre, che aveva fate che gli si stavano arrampicando, ma che non l'attaccavano, lontano dal putiferio.
- “Lydia, grazie a Dio....... sei salva.”-
Dopo che si abbracciarono entrambi stretti, felici della loro riunione, Lydia prese la sua decisione.
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La sensazione di voler proteggere chi si ama, e la sensazione dell'esitazione per colpa di ciò, e la triste sensazione di quando non riesci a proteggerli, era la stessa per tutti.

Lydia era fortunata a non aver perso nulla. Ma non poteva lasciare che le cose finissero così.
Si allontanò dalle braccia del padre e andò verso Raven, che stava lì senza sapere cosa stesse accadendo e cosa fare.
- “C'è una cosa che voglio sapere. Ti ricordi cosa c'era scritto sulla chiave d'argento che aveva Edgar?”-
- “Solo un po'”-
- “Non diceva esattamente che i Merrow avrebbero consegnato la spada in cambio con un'anima umana, no?”-
- “Sì. Alla fine, diceva solo che [ colui che vince la spada deve testarla. I Merrow prenderanno il sangue che è stato versato sull'oceano.]”
Non c'era nessun errore che [ Scambia una stella con la stella dei Merrow] scritto sulla moneta d'oro, e quell'iscrizione scritta sulla lastra d'argento, indicava la parte importante della promessa tra il Conte Cavaliere Blu e i Merrow. Associandole assieme, puoi interpretarlo come il sacrificio di un'anima umana ai Merrow ti farà avere la spada.
Comunque, la stella voleva dire la luce dentro la stella zaffiro, quindi non aveva nulla a che fare con lo spargimento di sangue con la spada, c'era un significato diverso.
Quello era il punto in cui Lydia era arrivata in un vicolo cieco.

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- “Posso lasciarti questo lavoro a te?”-
Confuso, Raven inclinò la testa. 
Lydia guardò oltre per verificare cosa stava succedendo con Huxley e i suoi fratelli, ma loro avevano perso la battaglia ed erano vicini ala collera grazie alla fate.
- “Sembra che non gli sia rimasto alcuno spirito o forza di combattere, ma stai attento, ed esci da qui con mio padre.”-
- “Miss, per quanto riguarda voi?”-
- “Forse potrebbe esserci nulla che possa fare. Ma vado comunque a cercare di fare il possibile.”-
E guardò suo padre che la stava fissando preoccupato.
- “Padre, anch'io sono un dottore delle fate.”-
- “Lo so. Stai attenta.”-
Stringendo forte la spada, Lydia camminò verso la rocce con la muffa scintillante, dove si era messa il Merrow.
- “Nico, vuoi per favore.”-
- “Lydya, non dirmi che stai progettando di parlare con i Merrow......”-
Nico che si era avvicinato a lei, mise una ruga tra le sopracciglia, e contrasse i baffi irritato.
- “Non è una pozza connessa con il mare dei Merrow? Dato che sei una fata, sarai capaci di guidarmi attraverso il percorso delle fate.”-


P. 246
- “Sì, beh......, ma comunque, se fallisci nel negoziare con le fate e fai arrabbiare i Merrow nelle loro acque, annegherai nel fondo dell'oceano in men che non si dica.”-
- “Lo so.”-
- “è per l'aristocratico?”-
- “Non mi ha mentito.”-
- “ Quello era solo lui in un cambio di capriccio. Proprio prima dell'ultimo istante, stava per ucciderti per davvero, ed è destinato a rimpiangere di non averti ucciso proprio ora. Ovviamente se è ancora in condizione per poterlo rimpiangere.”-
- “Nico, se non mi vuoi aiutare, allora ci andrò da sola.”-

- “Oh, cielo, va bene!”-
Nico allungò la sua coda verso Lydya.”-
- “Tieniti stretta.”-

Traduzione di Lucyl Kappa Kanwar

5 commenti:

  1. Grazie x le traduzioni. Adoro questo anime :)

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  2. Mi fa piacere <3
    Continuerò a tradurre questa splendida storia finché non mi si staccheranno le braccia e oltre :-D
    ヾ(≧∇≦*)ゝ

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  3. Si entra nel vivo. Ormai si è agli sgoccioli del primo volume.
    Edgar alla fine si è “sacrificato”.
    Nico non ha peli sulla lingua, è decisamente spietato, ma poi fa sempre quello che vuole Lydia.
    Sono curiosa di sapere a quale “verità” è giunta il nostro dottore delle fate.
    E’ stato un capitolo che ha visto la conclusione della “caccia al tesoro”, c’è stato qualche colpo di scena, e molto pathos.
    Mi è piaciuto.
    Grazie!

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  4. Ciao vorrei iniziare a leggere la storia ma non riesco a trovare il capitolo 1 volume 1... Se seleziono volume 1 escono solo i capitoli 6 e 7

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